È stato presentato un nuovo film dove il contenuto varia ogni volta che un’intelligenza artificiale (AI) compone e interpreta la storia. Lo scorso fine settimana, è stato proiettato nei cinema americani un documentario sulla vita del famoso artista pop britannico Brian Eno.

Il film “Eno”, diretto da Gary Hustwitt, è stato presentato al New York Film Forum, come il primo film cinematografico sviluppato utilizzando l’intelligenza artificiale, secondo quanto riportato dal New York Times e da The Verge. Questo film ha debuttato in anteprima al Sundance Film Festival all’inizio dello scorso anno prima di essere distribuito nelle sale.

Il nucleo del film rimane costante, ma le scene e i contenuti che emergono ogni volta che viene proiettato sono profondamente diversi. Durante le sue 1 ora e 40 minuti, il film mostra solo una parte dei dati totali disponibili. Le regole stabiliscono quali scene appaiono, ma i dettagli sono generati casualmente dall’intelligenza artificiale.

Il software utilizzato, chiamato “rain One” di Brian Eno, gioca sul concetto di anagramma. Programmato dall’artista Bredon Dawes, crea dinamicamente una nuova versione del film ogni volta che l’algoritmo viene eseguito.

Questo sistema utilizza 30 minuti di interviste e 500 ore di riprese della performance, generando un numero incredibile di possibili combinazioni di scene, fino a 10 alla 18ª potenza. Questo significa che è praticamente impossibile guardare lo stesso film due volte.

Brian Eno, figura centrale del film, è famoso per il suo contributo come tastierista dei Roxy Music e come pioniere della musica elettronica moderna. Oltre a essere compositore, produttore e artista visivo, è anche il protagonista di questo film.

Tuttavia, la tecnologia utilizzata nel film è descritta come “arte generativa basata su codici”, differente dall’intelligenza artificiale generativa che addestra e genera contenuti. Questo approccio è noto anche come “post-concettuale”, producendo arte basata su codici istruiti dagli umani.

Gli esperti che hanno assistito alle anteprime dei due film hanno notato che, nonostante le sovrapposizioni, le due versioni appaiono come opere completamente diverse. Anche se il produttore ha eseguito ampiamente il montaggio iniziale per massimizzare l’intento di ogni scena, il tema del film sembra cambiare significativamente a seconda della sequenza delle scene.

In una scena chiave del film, il personaggio principale, Ino, dichiara simbolicamente: “Il cervello dello spettatore cucina e continua a vedere le relazioni”. Questo suggerisce che, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, l’interpretazione personale delle sequenze da parte dello spettatore determina il carattere unico del film.

Il New York Times ha evidenziato che questo concetto rappresenta il punto focale del film.

Di Fantasy