Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato un’importante causa antitrust contro Google, accusando l’azienda di mantenere un monopolio illegale nel mercato delle ricerche online. Durante il processo, sono emerse testimonianze che rivelano come Google abbia utilizzato i dati delle ricerche per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale (IA), suscitando preoccupazioni riguardo alla concorrenza e alla privacy degli utenti.​

Pirozhe Parak, direttore senior dell’ingegneria di Google e coinvolto nello sviluppo di Gemini, ha dichiarato che i dati delle ricerche sono stati utilizzati per pre-addestrare i modelli che alimentano la “Panoramica dell’intelligenza artificiale” di Google. Inoltre, i dati del feedback degli utenti sono stati impiegati per addestrare un modello che determina se utilizzare le panoramiche dell’intelligenza artificiale in risposta alle query. Queste informazioni sono emerse durante una testimonianza presentata dal Dipartimento di Giustizia, secondo quanto riportato da Bloomberg e The Information.

Il Dipartimento di Giustizia sostiene che l’uso dei dati delle ricerche per alimentare i modelli di IA conferisca a Google un vantaggio competitivo sleale, consolidando ulteriormente la sua posizione dominante nel mercato delle ricerche online. Per affrontare questa situazione, il Dipartimento ha proposto misure drastiche, tra cui la vendita del browser Chrome, Android e il Play Store ad altre aziende. L’obiettivo è ridurre l’influenza di Google nel settore e promuovere una maggiore concorrenza.

Google ha contestato le proposte del Dipartimento di Giustizia, definendole eccessive e dannose per l’innovazione. L’azienda sostiene che la divulgazione dei dati delle ricerche potrebbe compromettere la privacy degli utenti e offrire ai concorrenti un vantaggio ingiusto. Inoltre, Google ha avvertito che la vendita di Chrome, Android e del Play Store potrebbe danneggiare l’ecosistema digitale e ostacolare lo sviluppo di nuove tecnologie.

Il caso rappresenta una delle sfide legali più significative per Google negli ultimi decenni. La decisione del giudice Amit Mehta, che ha dichiarato Google colpevole di pratiche anticoncorrenziali nel mercato delle ricerche online, potrebbe avere ripercussioni durature sul modo in cui le aziende tecnologiche operano e utilizzano i dati degli utenti. La causa potrebbe anche influenzare la regolamentazione dell’intelligenza artificiale e stabilire precedenti legali per affrontare le pratiche monopolistiche nel settore tecnologico. ​

Mentre il processo continua, le implicazioni di queste testimonianze e delle proposte del Dipartimento di Giustizia potrebbero ridefinire il panorama della concorrenza nel settore delle ricerche online e dell’intelligenza artificiale.

Di Fantasy