Nel corso dell’evento Google I/O 2025, l’azienda ha delineato una visione ambiziosa per il futuro dell’intelligenza artificiale, presentando un piano strategico che mira a costruire un “modello del mondo” (world model) capace di comprendere e interagire con l’ambiente fisico. Questo approccio si propone di sviluppare un assistente universale in grado di ragionare e agire autonomamente, ponendo Google in una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti, in particolare Microsoft.
Il CEO di Google DeepMind, Demis Hassabis, ha illustrato l’ambizione dell’azienda di sviluppare un’intelligenza artificiale dotata di una comprensione profonda delle dinamiche del mondo reale. Questo “modello del mondo” si propone di simulare cause ed effetti, comprendere la fisica intuitiva e apprendere osservando, proprio come farebbe il cervello umano. L’obiettivo finale è creare un assistente universale che sia personale, proattivo e potente, capace di anticipare le esigenze dell’utente e agire di conseguenza.
Al centro di questa strategia c’è Gemini, la piattaforma AI di Google che sta evolvendo verso un assistente universale. Gemini 2.5 Pro, con funzionalità avanzate come “Deep Think” e “Flash”, rappresenta il nucleo intelligente di questa iniziativa. Inoltre, strumenti come Veo 3, un generatore video che integra fisica e audio, e Project Astra, che esplora le capacità future di un assistente AI universale, sono stati presentati come esempi tangibili di questa visione.
Mentre Google si concentra sullo sviluppo di un modello del mondo e di un assistente universale, Microsoft sta puntando sull’interfaccia utente, integrando l’intelligenza artificiale nelle sue applicazioni di produttività come Office 365. Questa differenza di approccio strategico pone le due aziende su traiettorie parallele ma potenzialmente in competizione, con Google che mira a costruire l’infrastruttura sottostante e Microsoft che si concentra sull’esperienza utente finale.
Nonostante le ambizioni di Google, l’azienda si trova ad affrontare diverse sfide. La necessità di proteggere il suo modello di business basato sulla pubblicità, la concorrenza con OpenAI e Microsoft, e le implicazioni normative sono solo alcune delle questioni da affrontare. Tuttavia, se Google riuscirà a realizzare la sua visione, potrebbe stabilire un nuovo standard per l’interazione uomo-macchina, ponendo l’intelligenza artificiale al centro dell’esperienza digitale quotidiana.