Nell’ultimo decennio, gli assistenti vocali hanno rivoluzionato il nostro modo di interagire con la tecnologia, rendendo più naturale e immediato l’accesso a informazioni e servizi. Tra questi, Siri di Apple è stato uno dei pionieri, introducendo nel 2011 un nuovo paradigma di interazione uomo-macchina. Tuttavia, negli ultimi anni, mentre concorrenti come Amazon Alexa e Google Assistant hanno compiuto significativi progressi, Siri sembra aver rallentato la sua evoluzione, sollevando interrogativi sul futuro dell’assistente vocale di Cupertino.​

Nel giugno 2023, durante la Worldwide Developers Conference (WWDC), Apple aveva annunciato importanti aggiornamenti per Siri, promettendo funzionalità avanzate grazie all’integrazione con l’intelligenza artificiale (IA). Tra le novità attese vi erano la capacità di comprendere il contesto delle conversazioni, eseguire comandi multipli in sequenza e interagire in modo più profondo con le applicazioni di terze parti. Queste innovazioni avrebbero dovuto posizionare Siri al pari, se non avanti, rispetto ai concorrenti.​

Tuttavia, a distanza di quasi due anni, molte di queste promesse non sono state realizzate. Le funzionalità avanzate annunciate non sono ancora disponibili per gli utenti, e le recenti dichiarazioni di Apple indicano che potrebbero non esserlo fino al 2026 o addirittura al 2027. Questo ritardo ha generato frustrazione tra gli utenti e ha sollevato dubbi sulla capacità dell’azienda di mantenere le promesse fatte.​

Le ragioni di questo ritardo sembrano essere molteplici. Da un lato, emergono problemi tecnici legati all’integrazione dell’IA in Siri. Secondo fonti interne, gli ingegneri di Apple hanno riscontrato difficoltà nel far funzionare correttamente le nuove funzionalità durante i test interni, al punto che si è ipotizzato di dover riscrivere l’intero codice da zero. Questa situazione ha portato a un rallentamento nello sviluppo e a una revisione delle tempistiche di rilascio.​

Dall’altro lato, vi sono questioni organizzative. La leadership del team responsabile dell’IA è stata messa in discussione, con alcuni dipendenti che hanno sollevato dubbi sulla capacità del management attuale di guidare l’innovazione in questo settore cruciale. L’arrivo di figure come Kim Vorrath, veterana nella leadership software, è stato interpretato come un tentativo di riorganizzare e dare nuovo impulso al team, ma potrebbe non essere sufficiente per colmare il gap accumulato.​

Il ritardo nello sviluppo di Siri non è solo una questione tecnica, ma ha implicazioni significative sul mercato e sull’immagine di Apple. Mentre l’azienda fatica a implementare le nuove funzionalità, concorrenti come Amazon e Google continuano a innovare, integrando l’IA in modo sempre più profondo nei loro dispositivi e servizi. Questo potrebbe portare a una perdita di competitività per Apple in settori chiave come la domotica e l’assistenza personale.​

Inoltre, la fiducia dei consumatori potrebbe essere compromessa. Le campagne pubblicitarie che promuovevano le nuove capacità di Siri, ora percepite come promesse non mantenute, rischiano di danneggiare la reputazione dell’azienda. Gli utenti potrebbero iniziare a percepire Apple come meno innovativa rispetto al passato, influenzando le future decisioni d’acquisto.​

Di fronte a queste sfide, Apple ha diverse opzioni. Una possibilità è quella di ristrutturare profondamente il team dedicato all’IA, assumendo nuovi talenti e investendo in ricerca e sviluppo per recuperare il terreno perduto. Un’altra strada potrebbe essere l’acquisizione di startup specializzate in intelligenza artificiale, accelerando così l’integrazione di nuove tecnologie e competenze all’interno dell’azienda.​

Inoltre, Apple potrebbe adottare un approccio più trasparente con i propri utenti, comunicando in modo chiaro le difficoltà incontrate e le tempistiche realistiche per l’implementazione delle nuove funzionalità. Questo potrebbe contribuire a mantenere la fiducia dei consumatori e a gestire le aspettative in modo più efficace.

Di Fantasy