Emergono nuovi orizzonti nella lotta ai tumori cerebrali grazie al brillante lavoro dei ricercatori dell’UMC di Utrecht, del Centro di oncologia pediatrica Princess Máxima e dell’UMC di Amsterdam. Un algoritmo di intelligenza artificiale, denominato Sturgeon, promette di rivoluzionare le procedure in sala operatoria permettendo l’identificazione del tipo e sottotipo di tumore cerebrale del paziente in soli 90 minuti, un’operazione che ordinariamente richiede una settimana di analisi post-operatorie.
In un contesto in cui la chirurgia rappresenta spesso il primo passo nella trattativa dei tumori al cervello, la conoscenza immediata del tipo di tumore e della sua aggressività è fondamentale per modulare adeguatamente l’intervento chirurgico. Il nuovo algoritmo sfrutta il sequenziamento Nanopore e analizza le modifiche chimiche del DNA tumorale, offrendo diagnosi dettagliate e permettendo così una reattività chirurgica senza precedenti.
Bastiaan Tops, a capo del Laboratorio di Oncologia Pediatrica del Centro Princess Máxima, ha orchestrato l’unione tra innovazione tecnologica e necessità cliniche, con un occhio di riguardo per la pratica in sala operatoria. La creazione dell’algoritmo si è basata sui dati forniti dalla biobanca del Centro Máxima, in cui sono archiviati tessuti di pazienti pediatrici affetti da tumori cerebrali, permettendo l’addestramento e il test del sistema.
In fase sperimentale, il sistema Sturgeon ha dimostrato la sua efficacia sia su campioni congelati di tumori che durante veri e propri interventi chirurgici, fornendo diagnosi accurate in tempi estremamente ridotti. Inoltre, il Centro Princess Máxima e l’UMC di Amsterdam hanno già integrato questo strumento nelle loro procedure quotidiane, riconoscendone l’affidabilità.
Eelco Hoving, neurochirurgo pediatrico e direttore clinico di Neuro-oncologia presso il Centro Máxima, sottolinea come questa innovazione possa ridurre il bisogno di interventi chirurgici successivi e mitigare rischi e stress per pazienti e famiglie. Tuttavia, affinché la nuova tecnologia sia adottata su scala più ampia e in maniera strutturata, è necessario procedere con ulteriori ricerche e sviluppare l’algoritmo affinché copra più tipologie di tumori.
Sebbene altri centri medici stiano già implementando il metodo e i risultati siano promettenti, il dottor Sebastian Brandner, professore di Neuropatologia all’University College di Londra, sottolinea che l’applicazione della tecnologia richiede expertise significative in bioinformatica e gestione delle problematiche tecniche, nonché la consapevolezza che non tutti i tumori siano idonei a essere diagnosticati con questa metodologia. La ricerca prosegue, segnando passi avanti nella comprensione e nel trattamento dei tumori, ma il cammino verso la piena applicazione della precisione molecolare nella diagnosi e nel trattamento resta ancora da percorrere.