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L’esponenziale crescita dell’Intelligenza Artificiale, con i suoi lanci di prodotto seguitissimi e i rapidi sviluppi tecnologici, ha innescato una nuova e inattesa problematica etica e legale: la potenziale insorgenza di insider trading nei mercati predittivi. Quella che un tempo era una nicchia di scommesse su eventi di varia natura, dalle elezioni presidenziali alle vite delle celebrità, sta ora diventando un canale sospetto per la monetizzazione di informazioni riservate sulle aziende di AI.

Il campanello d’allarme è suonato in seguito a eventi che coinvolgono giganti del settore come OpenAI. Di recente, la piattaforma di previsioni Polymarket ha registrato un’impennata di scommesse sulla data di rilascio del nuovo Large Language Model di OpenAI. In un caso eclatante, quattro account specifici avrebbero generato un profitto significativo, superando i 13.000 dollari complessivi, scommettendo correttamente sull’uscita di “GPT-5.2” prima della data prevista. Simili pattern si erano verificati anche in occasione del lancio di Gemini 3 di Google.

Questi successi straordinariamente precisi hanno sollevato il forte sospetto che alcuni account non siano semplicemente fortunati indovini, ma piuttosto individui con accesso a informazioni privilegiate, i classici “insider” delle aziende tecnologiche in questione. L’attività sui mercati predittivi come Polymarket e Kalshi è esplosa negli ultimi anni, con volumi di trading che si sono moltiplicati esponenzialmente, e l’ossessione per l’AI ha spinto questi mercati a includere scommesse sulle date di rilascio dei prodotti o persino sui dettagli dello sviluppo di dispositivi da parte di figure chiave, come Jony Ive e OpenAI.

Questo scenario sta costringendo le aziende e gli esperti legali a riconsiderare l’applicabilità delle normative sull’insider trading. Conway Dodge, partner di KPMG ed ex responsabile dell’applicazione delle norme della SEC, ha sottolineato come il numero di discussioni con i clienti sull’opportunità di estendere la regolamentazione ai mercati predittivi sia almeno raddoppiato negli ultimi sei mesi. Si tratta di un nuovo rischio che le istituzioni finanziarie e le grandi aziende dovranno affrontare con urgenza.

Il quadro normativo attuale presenta diverse zone grigie. La legge statunitense sui titoli vieta la negoziazione di “informazioni rilevanti non pubbliche”, ma i contratti scambiati sui mercati predittivi non sono considerati titoli, sottraendosi così alla giurisdizione della Securities and Exchange Commission (SEC). Questo vuoto legale, tuttavia, non esclude l’intervento di altri organi, come la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) o il Dipartimento di Giustizia. Gli esperti legali avvertono che, anche in assenza di regolamentazioni esplicite, i dipendenti che traggono profitto da informazioni riservate scommettendo su di esse potrebbero comunque essere considerati colpevoli di frode, violando il loro dovere fiduciario nei confronti dell’azienda.

Attualmente, sebbene aziende come OpenAI e Anthropic vietino ai dipendenti di utilizzare informazioni riservate per guadagno personale, non è ancora chiaro se questo divieto si estenda esplicitamente ai mercati predittivi.

Nonostante le preoccupazioni, alcuni sostenitori argomentano che i mercati predittivi svolgano un ruolo positivo, aumentando l’efficienza del mercato e riflettendo con maggiore accuratezza i prezzi delle informazioni, suggerendo che un divieto assoluto non sia la soluzione ideale, ma che sia necessaria una discussione approfondita sulla regolamentazione.

È interessante notare come alcune aziende, tra cui Google e Anthropic, gestiscano già mercati di previsione interni. Questi sistemi, tuttavia, sono fondamentalmente diversi dal gioco d’azzardo esterno, in quanto non implicano un passaggio di denaro e i risultati rimangono privati. Il loro scopo, come spiegato dal CEO di FutureSearch, Dan Schwartz, è quello di “incoraggiare la partecipazione degli addetti ai lavori e condividere le informazioni all’interno dell’azienda,” promuovendo la conoscenza interna e non il profitto personale esterno.

L’emergere dell’insider trading nei mercati predittivi innescato dalla febbre dell’AI rappresenta una sfida complessa che chiama in causa il diritto societario, la regolamentazione finanziaria e l’etica aziendale. Il mondo dell’AI avanza a una velocità tale che i quadri normativi faticano a tenere il passo, creando nuove opportunità di guadagno illecito che richiedono una risposta rapida e decisa da parte di regolatori e aziende.

Di Fantasy