L’annuncio del completamento dell’investimento di SoftBank in OpenAI segna uno dei passaggi più rilevanti nella recente storia dell’industria tecnologica globale. Con un impegno complessivo di circa 40 miliardi di dollari, il gruppo giapponese guidato da Son Jeong-ui consolida il proprio ruolo come uno dei principali protagonisti finanziari dell’era dell’intelligenza artificiale, scommettendo in modo deciso su quella che considera la piattaforma più strategica per lo sviluppo dei modelli di nuova generazione.

Secondo quanto riportato da CNBC, SoftBank ha recentemente finalizzato un’ulteriore tranche di investimento compresa tra i 22 e i 22,5 miliardi di dollari, completando così l’impegno annunciato all’inizio dell’anno. Parte di questo capitale era già stata allocata in precedenza, con 8 miliardi investiti direttamente e altri 10 miliardi raccolti attraverso un meccanismo di sindacazione con coinvestitori. Il risultato finale è una partecipazione che supera il 10% del capitale di OpenAI, una quota significativa che rafforza il legame strategico tra le due realtà.

L’accordo, definito a marzo, non si limita a una semplice iniezione di capitale, ma combina diverse strutture di investimento, incluse operazioni sulla controllata a scopo di lucro di OpenAI. Al momento della transazione iniziale, la valutazione post-investimento della società era stimata intorno ai 300 miliardi di dollari, una cifra già impressionante. Tuttavia, una successiva operazione sul mercato secondario, avvenuta a ottobre, avrebbe rivalutato OpenAI fino a circa 500 miliardi di dollari, riflettendo l’accelerazione della domanda di soluzioni di intelligenza artificiale e la percezione del suo ruolo centrale nello sviluppo tecnologico globale.

Questo investimento si inserisce in un contesto più ampio, in cui l’intelligenza artificiale è ormai considerata il principale motore di crescita del settore tecnologico. Le grandi aziende globali stanno destinando capitali enormi alla costruzione di infrastrutture informatiche dedicate, consapevoli che modelli sempre più complessi richiedono potenza di calcolo, energia e data center su una scala senza precedenti. In questo scenario, OpenAI si è affermata come uno degli attori chiave, capace di attrarre risorse finanziarie e partnership industriali di primo piano.

Un esempio emblematico di questa strategia infrastrutturale è il progetto Stargate, un imponente piano pluriennale per la realizzazione di data center avanzati sviluppato insieme a Oracle e ad altri partner industriali. L’obiettivo è creare una base tecnologica in grado di supportare la prossima generazione di modelli e servizi di intelligenza artificiale. SoftBank partecipa a questo progetto come investitore principale e, secondo diverse fonti, una parte rilevante dei 40 miliardi di dollari potrebbe essere destinata proprio a finanziare questa infrastruttura, rafforzando ulteriormente l’ecosistema che ruota attorno a OpenAI.

L’operazione conferma anche la continuità della strategia aggressiva di SoftBank nel settore dell’AI. Il gruppo ha una lunga storia di scommesse su tecnologie emergenti e il suo presidente, Son Jeong-ui, è noto per la capacità di individuare con largo anticipo i trend destinati a trasformare il mercato. È stato infatti uno dei primi investitori in NVIDIA, beneficiando in modo significativo della crescita vertiginosa del valore del produttore di chip, diventato centrale per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale.

Proprio questa visione di lungo periodo ha però portato a una decisione simbolicamente forte. Nell’ottobre scorso, SoftBank ha venduto l’intera partecipazione in NVIDIA, pari a circa 5,8 miliardi di dollari, per finanziare l’investimento in OpenAI. Son ha commentato pubblicamente l’operazione con parole che hanno fatto il giro del mondo, affermando di aver “pianto” nel momento in cui ha ceduto le azioni NVIDIA. Una dichiarazione che rende evidente quanto la scelta non sia stata dettata da sfiducia nel produttore di chip, ma dalla convinzione che OpenAI rappresenti il fulcro strategico del prossimo ciclo tecnologico.

A rafforzare ulteriormente questa visione, SoftBank ha recentemente accettato di acquisire DigitalBridge per circa 4 miliardi di dollari, un’operazione pensata per potenziare il controllo sulle infrastrutture di data center, considerate ormai un asset critico per l’intelligenza artificiale. La combinazione tra investimenti diretti in piattaforme AI, partecipazioni infrastrutturali e controllo della capacità computazionale riflette un approccio integrato, che mira a presidiare l’intera catena del valore.

Di Fantasy