Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre 2024, è emerso un curioso fenomeno nel mondo dell’intelligenza artificiale: alcuni nomi specifici provocano l’interruzione immediata delle conversazioni con i modelli linguistici, in particolare ChatGPT.
Tutto è iniziato con David Mayer, un nome che generava un messaggio di errore: “I’m unable to produce a response”. Dietro questo nome si celano diverse personalità: un compositore del MIT, un membro della famiglia Rothschild, uno storico britannico, un politico statunitense e un documentarista.
La vicenda si è rapidamente evoluta, rivelando una lista di nomi proibiti che include figure come Brian Hood, Jonathan Turley, Jonathan Zittrain, David Faber e Guido Scorza: quest’ultimo, componente del collegio del garante per la protezione dei dati personali in Italia, ha deliberatamente esercitato il suo diritto di opposizione nei confronti di OpenAI.
Il fenomeno solleva questioni profonde sul funzionamento dei large language model: questi sistemi non sono archivi statici, ma modelli che apprendono informazioni in modo probabilistico, spesso effettuando ricerche web in tempo reale. Non contengono informazioni come un hard disk, ma le elaborano similmente al modo in cui la mente umana elabora le conoscenze acquisite.
Lo stesso Scorza ha sottolineato un paradosso interessante: questi strumenti non sono enciclopedie o fonti giornalistiche, ma generatori di contenuti verosimili. Il rischio è che si generi una crescente confusione pubblica sulle loro reali capacità e funzioni.
Le implicazioni etiche sono profonde. Bloccare i nomi di figure pubbliche può:
- Compromettere la trasparenza istituzionale
- Limitare l’accesso a informazioni pubbliche
- Creare disparità tra chi ha mezzi per tutelarsi e chi no
Un ulteriore elemento critico riguarda l’omonimia: come distinguere tra persone diverse con lo stesso nome? I modelli attuali sembrano mancare di tale sofisticazione contestuale.
Alla fine, emerge un quadro complesso: l’intelligenza artificiale continua a essere un territorio di confine, dove tecnologia, etica e diritti individuali si intersecano in modi sempre più sfumati e imprevedibili.