Meta, la corporazione dietro il secondo più grande ecosistema pubblicitario digitale al mondo, ha imposto un divieto agli inserzionisti di sfruttare l’intelligenza artificiale generativa (AI) per produrre contenuti pubblicitari politici in vista delle prossime elezioni presidenziali americane. Questa mossa segue una direzione simile presa da Google e si prevede che stabilisca un precedente per le norme future in materia di pubblicità generata dall’AI.

La nuova politica di Meta, come riportato da Reuters, proibisce l’uso dei suoi strumenti AI generativi per la creazione di annunci politici. Un annuncio sul sito web di Meta chiarisce che gli inserzionisti impegnati in campagne su temi sensibili quali alloggi, impiego, credito, problemi sociali, elezioni, politica, salute, prodotti farmaceutici o servizi finanziari non possono avvalersi di questa tecnologia. La società ha dichiarato che tale restrizione permetterà una migliore valutazione dei rischi e la definizione di salvaguardie appropriate per l’uso dell’AI generativa in contesti pubblicitari delicati.

Da questa primavera, Meta ha offerto strumenti AI generativi a un gruppo selezionato di inserzionisti, con piani di estensione globale previsti per l’anno successivo.

Similmente, Google, leader mondiale della pubblicità digitale, ha introdotto una politica concorde. La scorsa settimana, ha lanciato un tool AI generativo per gli inserzionisti, annunciando che bloccherà qualsiasi tentativo di inserire parole chiave politiche nei contenuti pubblicitari. Google ha anche segnalato un imminente aggiornamento politico che richiederà la divulgazione quando un annuncio elettorale contiene elementi sintetici che rappresentano persone o eventi in modo ingannevole.

Altre piattaforme di rilievo come TikTok e Snapchat hanno scelto di proibire del tutto la pubblicità politica, mentre X (Twitter) non ha ancora sviluppato uno strumento AI generativo.

Con l’aumento della preoccupazione per le fake news e i deepfake in vista delle elezioni americane, molte compagnie stanno promuovendo l’uso di etichette o watermark che identificano i contenuti sintetizzati. Ora si profila la tendenza di bloccare completamente l’accesso degli inserzionisti a questi strumenti AI generativi.

Pur non garantendo un calo complessivo di notizie false o deepfake, questo passo consente alle grandi tecnologie di distanziarsi dalla responsabilità di problemi generati dai loro strumenti.

Di Fantasy