Elon Musk, il visionario amministratore delegato di Tesla, ha presentato un concetto audace che potrebbe ridefinire non solo il futuro della guida, ma anche quello del calcolo distribuito su larga scala. Durante la conference call sui risultati finanziari del terzo trimestre 2025 di Tesla, Musk ha svelato l’ambizioso piano di sfruttare l’enorme potenza di calcolo ad alte prestazioni già presente all’interno dei veicoli autonomi dell’azienda per costruire una gigantesca “rete di inferenza distribuita” a livello globale.
L’idea è straordinariamente semplice nel suo potenziale impatto: consentire alle vetture Tesla di partecipare attivamente ai calcoli di Intelligenza Artificiale, persino quando i veicoli sono parcheggiati e non in uso per la guida. Musk ha quantificato questa risorsa in termini che fanno girare la testa: se cento milioni di veicoli Tesla in tutto il mondo fornissero ciascuno appena un kilowatt di potenza di calcolo, l’intera flotta potrebbe generare un totale sbalorditivo di cento gigawatt di potenza di inferenza. Questo flusso di calcolo, secondo Musk, rappresenterebbe una risorsa significativa, equipaggiata con sistemi di raffreddamento e alimentazione già integrati, trasformando ogni Tesla in un nodo di un supercomputer distribuito.
Il concetto si ispira a progetti storici di calcolo distribuito, come il celebre SETI@home o Folding@home, che per anni hanno sfruttato la capacità inutilizzata dei personal computer degli utenti per processare dati scientifici complessi. Tuttavia, applicare questo modello a una flotta di veicoli in costante espansione, dotati di chip AI di ultima generazione, porta la scala e il potenziale applicativo a un livello completamente nuovo.
Nonostante l’innovazione, il piano solleva interrogativi e preoccupazioni tra gli utenti e gli osservatori. L’idea di trasformare la propria auto in un elaboratore, sebbene affascinante, innesca dubbi sul consumo energetico aggiuntivo, sulla potenziale generazione di calore e sul generale carico di lavoro imposto ai sistemi e all’hardware del veicolo. Molti utenti ritengono che, per perseguire un approccio così oneroso per l’hardware privato, Tesla dovrà necessariamente offrire incentivi chiari e tangibili agli automobilisti disposti a far partecipare il proprio veicolo a questa rete di calcolo. Senza un chiaro beneficio reciproco, l’adesione su larga scala potrebbe rivelarsi un ostacolo.
In parallelo a questa visione futuristica del calcolo, Musk ha anche fornito un aggiornamento significativo sui piani di produzione e sviluppo dell’azienda. Ha espresso la ferma convinzione che Tesla sia in grado di raggiungere una capacità produttiva annua di tre milioni di unità entro i prossimi due anni. Ancora più rilevante è stato l’annuncio relativo al CyberCab, un taxi elettrico appositamente progettato per il mercato dei servizi di ride-hailing a guida autonoma. La produzione di questo modello, che Musk ha definito come il “più grande progetto di espansione produttiva” di Tesla, è prevista per l’inizio del secondo trimestre dell’anno venturo, segnando un passo decisivo verso l’integrazione tra produzione di massa e servizi di trasporto autonomo.
A sostegno di tutte queste ambizioni, la tecnologia di guida autonoma completa (FSD) rimane il fulcro strategico. Musk ha ribadito la sua assoluta fiducia, dichiarando di essere sicuro al cento per cento che Tesla raggiungerà una guida completamente autonoma e senza supervisione a un livello di sicurezza notevolmente superiore a quello umano. Le fondamenta tecnologiche per questo balzo qualitativo sono rappresentate dai nuovi chip AI di Tesla, in particolare l’AI5, che si preannuncia quarant volte più potente del suo predecessore. Questo incremento esponenziale delle prestazioni, secondo il CEO, non solo abiliterà le funzionalità FSD più avanzate, ma è destinato a migliorare di ben dieci volte la sicurezza complessiva dei sistemi di guida autonoma, rendendo di fatto la Tesla un pioniere non solo nell’elettrificazione, ma anche nell’informatica veicolare e nell’AI distribuita.
