Neuralink, la compagnia specializzata in impianti cerebrali fondata da Elon Musk, ha recentemente realizzato un importante traguardo: l’implantazione di un chip di computer nel cervello umano. Questo risultato arriva otto mesi dopo l’approvazione della sperimentazione clinica da parte della Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, ottenuta nel maggio dell’anno precedente.
La ricerca di partecipanti per i test clinici di Neuralink è iniziata a settembre dell’anno passato. L’obiettivo dello studio è di inserire un chip di interfaccia cervello-computer (BCI) nel cervello umano per analizzare le onde cerebrali generate durante specifici pensieri o movimenti e comunicarle a un dispositivo esterno. Musk crede fermamente che questa tecnologia possa un giorno restituire la vista ai non vedenti e consentire il movimento ai quadriplegici.
Tuttavia, il cammino di Neuralink non è stato privo di ostacoli. Inizialmente, l’azienda prevedeva di ottenere l’approvazione della FDA per la sperimentazione clinica entro la fine del 2020, ma l’approvazione è stata effettivamente concessa solo nel maggio dell’anno seguente.
Inoltre, sono emerse alcune controversie nel 2021, riguardanti i test sugli animali. Durante gli esperimenti su 23 scimmie, 15 sono morte, suscitando preoccupazioni e indagini. Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e il Dipartimento dei trasporti stanno indagando su Neuralink per presunte violazioni del benessere degli animali e per l’accusa di aver trasportato impianti potenzialmente contaminati da scimmie malate.
Nel frattempo, Neuralink si trova a fronteggiare una crescente concorrenza. Synchron, un’altra startup americana nel campo della BCI, ha sviluppato un impianto cerebrale che può essere inserito attraverso i vasi sanguigni senza necessità di intervento chirurgico al cervello. Questo dispositivo è stato impiantato con successo in sette pazienti nell’aprile dell’anno precedente. Inoltre, nel maggio dello stesso anno, ricercatori del Politecnico di Losanna in Svizzera hanno annunciato di essere riusciti a utilizzare la tecnologia BCI per aiutare un paziente paralizzato a causa di una lesione al midollo spinale a rialzarsi e camminare.