Il New York Times (NYT) ha richiesto alla startup di intelligenza artificiale Perplexity di interrompere l’uso dei suoi contenuti. Questa azione sembra essere parte di uno sforzo più ampio per proteggere i propri materiali, specialmente dopo la causa intentata contro OpenAI per uso non autorizzato di contenuti.
Secondo quanto riportato da Reuters il 15 ottobre, il NYT ha inviato una “richiesta di sospensione e ritiro” a Perplexity, chiedendo di non utilizzare i suoi articoli per l’intelligenza artificiale generativa. Il NYT vieta esplicitamente l’uso dei propri contenuti per addestrare modelli di intelligenza artificiale e impedisce anche ai crawler AI di indicizzare alcuni URL sul suo sito. Nonostante le affermazioni di Perplexity di non eseguire la scansione dei dati, il NYT sostiene che ciò avvenga comunque.
In risposta, Perplexity ha dichiarato: “Non raccogliamo contenuti per la formazione sull’intelligenza artificiale; li utilizziamo solo per la ricerca indicizzando pagine web e citando contenuti reali.”
La startup prevede di inviare una risposta ufficiale alla notifica entro il 30 ottobre. In passato, dopo accuse di plagio da parte di media come Forbes e Wired, Perplexity aveva firmato contratti con editori per garantire entrate pubblicitarie e abbonamenti gratuiti a partner come Fortune, Time e Texas Tribune.
Inoltre, il NYT aveva già intentato una causa per violazione del copyright contro OpenAI nel dicembre dello scorso anno.
Alcuni osservatori notano che l’approccio del NYT appare ostile rispetto a quello di altri media che hanno stretto accordi con piattaforme di intelligenza artificiale, consentendo l’uso dei loro contenuti per sviluppare modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM). OpenAI, ad esempio, ha accordi di licenza con importanti gruppi mediatici come News Corporation, Associated Press, Time Magazine e Le Monde.