L’American Institute for Economic Research (AIER), un think tank, ha recentemente sottolineato come la paura nei confronti dell’intelligenza artificiale (IA) sia solo un’eco del passato e che l’IA non sostituirà gli esseri umani. Secondo AIER, criticare l’IA equivale a sminuire le menti brillanti che l’hanno creata.

In un articolo del 19 settembre, il ricercatore Art Carden della Samford University ha evidenziato che i danni causati dall’IA sono ancora una possibilità lontana. Ha fatto un parallelo con il movimento luddista del XIX secolo, quando i lavoratori distruggevano le macchine per proteggere i propri posti di lavoro. Allo stesso modo, teme che l’IA possa portare a una disoccupazione di massa, ma ha affermato che questa paura è infondata.

Molti esperti prevedono che l’IA porterà a una “distruzione creativa”, ma al momento, i nuovi strumenti e servizi rendono solo la vita un po’ più facile, senza eliminare drasticamente i posti di lavoro. Le perdite di posti di lavoro causate dall’IA non sono paragonabili alle chiusure di fabbriche del passato, e non ci sono segni di licenziamenti di massa.

L’aumento della produttività grazie all’IA richiede l’ottimizzazione delle risorse, ma chi ne è colpito tende a reagire negativamente. Carden sostiene che accettare temporaneamente tali perdite potrebbe essere un prezzo da pagare per migliorare il tenore di vita complessivo.

Carden afferma che la minaccia dell’IA è probabilmente esagerata. Ha notato che l’apprendimento online durante la pandemia ha dimostrato che non può sostituire l’apprendimento in presenza, poiché il contatto umano e le interazioni sociali sono fondamentali. Inoltre, l’IA non riesce a cogliere le sfumature delle situazioni come gli esseri umani.

Riferendosi a pensatori come Friedrich Hayek, ha spiegato che molte conoscenze specifiche non possono essere tradotte in algoritmi, rendendo difficile l’automazione totale tramite IA. Anche se alcuni esperti ritengono che l’IA possa diventare un grande assistente di ricerca, è improbabile che diventi il “miglior ricercatore del mondo”.

Infine, Carden ha concluso che non c’è motivo di odiare l’IA. Ogni cambiamento tecnologico offre nuove opportunità. L’IA, pur non essendo “intelligente” nel senso umano, rappresenta un grande risultato di collaborazione creativa, liberando tempo ed energia per altre iniziative. Citando Frédéric Bastiat, ha affermato: “Maledire la macchina è maledire la mente umana”. Odiare la tecnologia significa sminuire il pensiero, la cosa più umana che abbiamo.

Di Fantasy