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OpenAI ha annunciato l’acquisizione di Software Applications Incorporated, la piccola realtà che aveva dato vita a Sky, un’interfaccia AI specificamente pensata per macOS. Questa mossa delinea una strategia che vuole superare il paradigma del “chiedo-e-ricevo” per entrare nel “uso quotidiano invisibile”.

Sky si propone come un assistente “screen-aware”, ovvero capace di comprendere cosa è visualizzato sullo schermo di un Mac e di intervenire direttamente nelle applicazioni installate: che si tratti di scrivere, programmare, pianificare, rispondere a domande o gestire la giornata.

L’idea è ambiziosa: far sì che l’AI non resti confinata a una finestra separata, ma diventi parte integrante del flusso operativo dell’utente, con integrazioni native su Mail, Safari, Finder, Calendar, Messaggi, Note e screenshot.

Gli ideatori di Sky non sono dei semplici sviluppatori “aggiuntivi”: Ari Weinstein e Conrad Kramer (co-fondatori di Workflow, acquisita da Apple e diventata l’app Shortcuts) e Kim Beverett (ex manager Apple su Safari, Mail, Messages) portano con sé una profonda esperienza nell’ecosistema Apple, nella creazione di strumenti che si integrano senza soluzione di continuità con il sistema operativo. OpenAI non acquista soltanto codice, ma un know-how, un modello di integrazione e un’idea di assistenza “leggera” ma potente.

Ma cosa significa tutto questo nella pratica, specialmente per un’utente Mac che fino ad oggi si è affidata a un browser o a un’app separata per interagire con un modello AI? Significa, potenzialmente, che l’interfaccia moderna di ChatGPT (o del prossimo strumento OpenAI che ingloberà Sky) non sarà più confinata a un sito web o a un’app isolata: potrà emergere dove l’utente lavora, capire il contesto dello schermo, suggerire e agire in modo proattivo. Per esempio, mentre si scrive una mail o si affronta una tabella in Excel, l’assistente potrebbe offrire: “Vuoi trasformare questo in un promemoria?”, “Ti preparo una bozza”, “Ho trovato questo risultato nella cartella Finder”, senza dover aprire un’altra applicazione.

La tempistica dell’annuncio è anch’essa interessante. L’acquisizione avviene all’indomani del lancio da parte di OpenAI di altri strumenti pensati per Desktop, come ChatGPT Atlas, un browser per Mac che integra conversazione AI direttamente nell’esperienza di navigazione. Con l’operazione Sky, OpenAI si dimostra intenzionata a presidiare non solo l’interfaccia web ma anche quella di sistema operativo, anticipando che l’AI, nel prossimo futuro, non sarà un “tool” aggiuntivo, ma una parte integrante del nostro ambiente digitale.

Naturalmente restano alcune incognite: non è stato reso noto il valore economico dell’acquisizione e non è ancora stato chiarito in che tempi e in quale forma le funzionalità di Sky appariranno effettivamente all’interno di ChatGPT o di altri prodotti OpenAI. Ciononostante, il messaggio è chiaro: per OpenAI, l’interazione con l’intelligenza artificiale non deve più essere solo richiesta-risposta, ma deve diventare assistenza contestuale, fluida, integrata.

Da un punto di vista più ampio, questa operazione tocca anche una tensione più ampia tra ecosistemi: da un lato, l’ecosistema Apple che da tempo cerca di posizionarsi nel mondo AI (pensiamo a Siri, alle ricerche sul dispositivo, ecc.), dall’altro, OpenAI che si pone come fornitore di una “intelligenza” che vuole varcare confinamenti tradizionali e offrire “agent” che realizzino compiti multi-step, non soltanto rispondere a prompt. In questo senso, l’acquisizione di Sky può essere letta come un passo strategico per OpenAI per competere non solo con alternative web o cloud, ma per conquistare spazio dentro il sistema operativo, dove nascono buona parte dell’esperienza utente.

Di Fantasy