OpenAI sta valutando seriamente la possibilità di costruire il proprio data center per archiviare i dati fondamentali per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA). Questo passo, se concretizzato, potrebbe rappresentare una strategia per ridurre la sua dipendenza da Microsoft e acquisire maggiore autonomia nella gestione dei dati.
Secondo quanto riportato da The Information il 26 marzo, citando fonti vicine alla vicenda, OpenAI sta esaminando l’acquisto di hardware e software per l’archiviazione dei dati, con un investimento che potrebbe ammontare a miliardi di dollari. L’idea di costruire un data center è strettamente legata al progetto “Stargate”, che prevede una triplicazione della capacità di archiviazione dell’azienda, con un consumo energetico stimato di circa 2 gigawatt (GW) per quest’anno.
OpenAI ha informato i suoi dipendenti che entro la fine del 2024 i ricercatori avranno a disposizione una potenza di calcolo circa otto volte superiore a quella attuale. Questa potenza aggiuntiva sarà separata dai server attualmente impiegati per i servizi, come il famoso ChatGPT, e servirà per addestrare nuove intelligenze artificiali. Se il progetto verrà realizzato, OpenAI si troverebbe tra le aziende con la maggiore capacità di archiviazione al mondo, con la possibilità di proteggere fino a 5 exabyte di dati, una quantità significativamente elevata rispetto ad altri giganti tecnologici. Per esempio, nel 2021 Apple ha acquisito oltre 8 exabyte di spazio per i contenuti archiviati su iCloud.
L’archiviazione riveste un ruolo cruciale nell’ambito dell’IA, poiché gli sviluppatori spesso impiegano settimane o mesi per lavorare su un progetto, salvando continuamente punti di controllo e pesi dell’algoritmo. Ciò consente di riprendere l’apprendimento da un punto specifico in caso di problemi. Inoltre, la costruzione di un data center interno potrebbe comportare notevoli risparmi sui costi, evitando il crescente costo del trasferimento dei dati tra diversi fornitori di servizi cloud come Microsoft, Oracle e CoreWeave.
OpenAI non ha ancora concluso alcun accordo, ma il progetto ha suscitato l’interesse di alcune delle principali aziende di archiviazione, come Pure Storage, Vast Data, DDN, MinIO e Weka, che potrebbero competere per l’appalto. Alcuni esperti ritengono che le discussioni sull’archiviazione possano anche essere utilizzate come leva per negoziare condizioni più favorevoli con i fornitori di servizi cloud.