Uno studio intitolato Scottish AI in Neuroimaging to predict Dementia and Neurodegenerative Disease (SCAN-DAN) mira a rilevare i segnali precoci della demenza, come l’Alzheimer, prima che i sintomi si manifestino.
Condotto da ricercatori delle Università di Edimburgo e Dundee, il progetto esaminerà risonanze magnetiche di persone che, in seguito, hanno sviluppato forme di demenza.
L’obiettivo è chiaro: identificare segni premonitori della malattia che possano essere ricondotti a disturbi neurodegenerativi. Lo studio prevede l’analisi di oltre un milione e mezzo di immagini, un compito enorme che sarà eseguito grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale.
Questa tecnologia permetterà di individuare i segnali iniziali della malattia e, attraverso strumenti digitali, adottare misure preventive. Ad esempio, chi dovesse scoprire una predisposizione potrebbe modificare il proprio stile di vita nel tentativo di prevenire la malattia.
Sebbene non esistano trattamenti definitivi per fermare o ritardare la demenza, il monitoraggio di individui ad alto rischio potrebbe favorire studi più mirati e approfonditi. La speranza dei ricercatori è riuscire a prevenire l’avanzamento della malattia prima che danneggi gravemente il cervello.
Questa ricerca ambiziosa punta a contrastare le forme più diffuse di demenza, come l’Alzheimer, il Parkinson e la demenza frontotemporale. Questi disturbi derivano dall’accumulo anomalo di proteine come tau e beta-amiloide nel cervello. Con l’invecchiamento, la capacità delle cellule di gestire e produrre proteine di alta qualità diminuisce, aprendo la strada allo sviluppo di queste patologie devastanti.