Recentemente, tre studenti di Matematica e Fisica dell’Università del Salento hanno attirato l’attenzione dei media per aver vinto circa 50.000 euro al Lotto, sostenendo di aver utilizzato un algoritmo di intelligenza artificiale (IA) addestrato con i dati storici delle estrazioni degli ultimi due anni. Tuttavia, questa vicenda solleva interrogativi sulla reale efficacia dell’IA nel prevedere eventi governati dal caso e mette in luce le insidie matematiche legate al gioco d’azzardo.
Le estrazioni del Lotto sono progettate per essere eventi totalmente casuali, in cui ogni numero ha la stessa probabilità di essere estratto in ogni occasione. Questo implica che non esiste alcuno schema o modello prevedibile che possa aumentare le possibilità di indovinare i numeri vincenti. Come sottolinea Henri Poincaré, celebre matematico e teorico del caos: “Non esiste un algoritmo per prevedere la fortuna: il caso è la legge suprema dell’universo.”
Una delle convinzioni più diffuse tra i giocatori è quella dei “numeri ritardatari”, ovvero l’idea che un numero non estratto da molto tempo abbia maggiori probabilità di uscire nelle estrazioni successive. Tuttavia, questa percezione è errata: ogni estrazione è indipendente dalle precedenti, e la probabilità di ciascun numero rimane invariata. Analogamente, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per analizzare i dati storici delle estrazioni non offre alcun vantaggio reale. L’IA, per quanto potente, non può identificare schemi in eventi puramente casuali. I numeri vincenti di un’estrazione non influenzano in alcun modo le estrazioni successive, rendendo inefficace qualsiasi tentativo di previsione basato su algoritmi.
Nel caso dei tre studenti salentini, la loro vincita può essere attribuita esclusivamente alla fortuna. Nonostante abbiano utilizzato un algoritmo per selezionare i numeri, è importante riconoscere che, in un contesto di pura casualità, anche una scelta completamente arbitraria avrebbe potuto portare allo stesso risultato. Come evidenziato da Nicola Parolini, professore del Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano: “Non esiste nessuno schema che aumenta le possibilità di indovinare una scelta dei numeri estratti a caso. Giocare 100 combinazioni casualmente e giocarne 100 seguendo una certa regolarità o schema non cambia in nessun modo le probabilità di vincere.”
Il gioco d’azzardo, incluso il Lotto, è intrinsecamente legato a basse probabilità di vincita. Ad esempio, la probabilità di azzeccare una sestina al SuperEnalotto è di 1 su 622.614.630. Strategie come la “tattica del raddoppio”, in cui il giocatore raddoppia la puntata dopo ogni perdita nella speranza di recuperare le perdite precedenti, possono portare rapidamente a perdite significative, poiché richiedono un budget teoricamente infinito e non garantiscono una vincita entro un numero ragionevole di giocate