L’Università di Ferrara è recentemente balzata agli onori della cronaca a causa di un episodio che solleva interrogativi sull’uso dell’intelligenza artificiale nel contesto accademico. Durante un esame del corso di Psicobiologia e Psicologia, parte del curriculum di Scienze Motorie, diversi studenti sono stati scoperti mentre utilizzavano strumenti di intelligenza artificiale, come ChatGPT, per rispondere alle domande. Questa scoperta ha portato all’annullamento della prova per l’intera classe, poiché non è stato possibile identificare con precisione i responsabili.

L’esame, svoltosi il 27 gennaio 2025, consisteva in una serie di domande a risposta multipla somministrate tramite la piattaforma “Moduli” di Google. Gli studenti hanno partecipato utilizzando i propri dispositivi, come computer portatili e tablet. Due giorni dopo, il 29 gennaio, i docenti hanno inviato una comunicazione via e-mail informando gli studenti dell’annullamento della prova. Nella comunicazione, i professori hanno spiegato che, a seguito di verifiche interne, era emerso che numerosi partecipanti avevano fatto uso di strumenti esterni, come ChatGPT e altre applicazioni online, per rispondere alle domande. Non essendo possibile risalire ai singoli responsabili, si è deciso di annullare l’esame per tutti.

La decisione ha suscitato diverse reazioni tra gli studenti. Alcuni hanno espresso frustrazione per l’annullamento della prova, soprattutto coloro che avevano svolto l’esame in modo onesto. Una studentessa, che aveva ottenuto un punteggio di 30 e lode, si è sfogata affermando: “Io no, avevo preso trenta e lode, sono stati dei polli”.

Questo episodio evidenzia le sfide che le istituzioni accademiche devono affrontare nell’era dell’intelligenza artificiale. Da un lato, strumenti come ChatGPT possono rappresentare risorse preziose per l’apprendimento; dall’altro, il loro uso improprio solleva questioni etiche e mette in discussione l’integrità delle valutazioni accademiche.

L’uso dell’intelligenza artificiale nel contesto educativo è un tema di crescente interesse. Mentre alcuni docenti vedono in strumenti come ChatGPT un’opportunità per arricchire la didattica e stimolare nuove forme di apprendimento, altri esprimono preoccupazione per il potenziale abuso da parte degli studenti. Un recente sondaggio condotto da “La Tecnica della Scuola” e Indire ha evidenziato che molti insegnanti sono entusiasti delle potenzialità offerte dall’IA, ma sottolineano la necessità di un utilizzo consapevole e responsabile.

Inoltre, emergono preoccupazioni riguardo all’impatto dell’IA sulla creatività degli studenti. Alcuni docenti temono che l’affidamento eccessivo a strumenti di intelligenza artificiale possa ridurre la capacità degli studenti di sviluppare pensiero critico e competenze creative.

Di Fantasy