Immagine AI

L’esplorazione dell’universo sta compiendo un salto tecnologico senza precedenti, passando dalle iconiche ma statiche fotografie dei buchi neri a vere e proprie ricostruzioni dinamiche in tre dimensioni. Grazie al progetto di ricerca internazionale denominato TomoGrav, guidato dall’astrofisico giapponese Kazunori Akiyama, l’intelligenza artificiale sta diventando la chiave di volta per osservare fenomeni cosmici che fino a pochi anni fa erano considerati invisibili. Questo ambizioso programma, finanziato dalla Royal Society del Regno Unito, punta a trasformare i dati frammentari raccolti dai radiotelescopi di tutto il mondo in filmati 3D capaci di mostrare come la materia e la luce si comportano nelle vicinanze dell’orizzonte degli eventi.

Il cuore di questa rivoluzione risiede nella capacità dell’intelligenza artificiale di gestire quello che gli scienziati chiamano “imaging da dati incompleti”. I telescopi terrestri, pur essendo estremamente potenti, catturano solo una piccola frazione delle informazioni necessarie per costruire un’immagine perfetta, un po’ come cercare di comporre un puzzle avendo a disposizione solo pochi tasselli sparsi. Gli algoritmi di apprendimento profondo intervengono qui, utilizzando le leggi della fisica e della relatività generale per “riempire i vuoti” in modo coerente. Questo processo, definito tomografia gravitazionale dinamica, permette di passare da un singolo fotogramma sfocato a una sequenza temporale che rivela il flusso del plasma e l’evoluzione dei campi magnetici attorno a giganti come Sagittarius A*, il buco nero al centro della nostra galassia.

L’importanza di vedere questi oggetti in azione è immensa per la comunità scientifica. Osservare il movimento della materia che ruota vorticosamente nel disco di accrescimento permette di studiare in tempo reale come l’energia viene incanalata e come lo spaziotempo stesso venga piegato dalla gravità estrema. Invece di limitarsi a misurare la massa o la rotazione di un buco nero da una foto fissa, i ricercatori possono ora analizzare le dinamiche dei “flare”, ovvero le violente eruzioni di energia che illuminano periodicamente l’ambiente circostante. Questa capacità di “risolvere il tempo” apre una finestra inedita sulla comprensione delle leggi fondamentali che governano l’universo, confermando o mettendo alla prova le teorie di Einstein in condizioni limite.

Ciò che rende questo progetto ancora più affascinante è la sua natura multidisciplinare. Le tecniche computazionali sviluppate per mappare il plasma attorno ai buchi neri hanno infatti ricadute dirette e sorprendenti in ambiti molto più vicini alla nostra vita quotidiana. La stessa logica matematica utilizzata per ricostruire un oggetto celeste a partire da segnali radio frammentari può essere applicata alla medicina, accelerando e rendendo più precise le risonanze magnetiche. Allo stesso modo, questi algoritmi possono migliorare i sistemi di monitoraggio del nostro pianeta, permettendo misurazioni più accurate dell’innalzamento del livello dei mari o della rotazione terrestre, fornendo dati preziosi per lo studio del cambiamento climatico.

L’intelligenza artificiale non sta solo regalando all’umanità i primi “filmati” del cuore oscuro delle galassie, ma sta affinando strumenti di calcolo che cambieranno il modo in cui guardiamo dentro noi stessi e il mondo che ci ospita. Quello che era iniziato come uno sforzo per visualizzare l’invisibile nel cosmo si sta trasformando in un ponte tecnologico tra l’astrofisica e le scienze applicate. Con il progetto TomoGrav, la scienza non si limita più a scattare istantanee del passato, ma inizia a osservare il presente dell’universo in tutta la sua complessa e dinamica maestosità tridimensionale.

Di Fantasy