Google Bard ha davvero imparato il bengalese in modo autonomo? Dubbi sollevati dall’ex ricercatrice di Google

Recentemente, Sundar Pichai, CEO di Alphabet, ha affermato che Google Bard, un chatbot, avrebbe imparato il bengalese in modo autonomo. Questa dichiarazione è stata fatta durante un’intervista nel segmento “60 minuti” della CBS, in cui Pichai discuteva ampiamente dell’intelligenza artificiale e del suo impatto sulla società. Tuttavia, l’ex ricercatrice di Google, Margaret Mitchell, ha sollevato dubbi su queste affermazioni attraverso una serie di tweet.

Mitchell ha evidenziato che il predecessore di Google Bard, il modello di intelligenza artificiale chiamato PaLM, era già stato addestrato per comprendere il bengalese. Google aveva annunciato al Google I/O nel 2022 che PaLM era stato addestrato per comunicare in bengalese, il che mette in discussione l’affermazione di Pichai riguardo all’apprendimento autonomo del bengalese da parte di Google Bard.

Margaret Mitchell si chiede come i dirigenti di Google possano affermare che il loro sistema abbia imparato autonomamente il bengalese, quando molto probabilmente era stato già addestrato su questa lingua. Nel suo lungo thread su Twitter, Mitchell solleva interrogativi sulla veridicità delle dichiarazioni di Pichai e sulla possibile disinformazione che ne deriva.

È importante notare che Mitchell è stata licenziata da Google nel 2021 dopo aver utilizzato uno script per cercare prove nelle sue e-mail per sostenere le affermazioni fatte dalla sua collega, Timnit Gebru. Anche Gebru è stata licenziata da Google per aver criticato l’approccio dell’azienda alla diversità e all’etica dell’IA.

Le affermazioni di Pichai hanno alimentato l’hype sull’IA, che ha portato ad aspettative irrealistiche sulle capacità dell’intelligenza artificiale nel breve termine. Emily M. Bender, professoressa di linguistica all’Università di Washington, ha fatto riferimento al segmento della CBS di Pichai affermando che non dovremmo accettare la pubblicità dell’IA come notizia.

Da quando è stato lanciato ChatGPT, l’hype sull’IA è cresciuto e molti esperti e ricercatori hanno sottolineato come ciò potrebbe rivelarsi dannoso per lo sviluppo della tecnologia. Alcuni sostengono che affermazioni come quella fatta da Pichai riguardo a Google Bard possano diffondere disinformazione e alimentare ulteriormente l’hype sull’IA. Questo fenomeno potrebbe portare a maggiori investimenti e domanda per prodotti e servizi basati sull’intelligenza artificiale, anche se ciò potrebbe non essere sempre giustificato dalle reali capacità delle tecnologie in questione.

Di ihal