Huawei, il gigante cinese delle telecomunicazioni, ha recentemente aperto il suo primo data center cloud nella regione del Medio Oriente, precisamente in Arabia Saudita. Questa mossa è stata interpretata dagli analisti come una strategia della società per diversificare le sue fonti di entrate e superare le restrizioni statunitensi sulle esportazioni.

Secondo quanto riferito da Reuters, Huawei ha avviato il suo data center a Riad, la capitale dell’Arabia Saudita, con l’obiettivo di offrire servizi di cloud pubblico alle imprese nella regione del Medio Oriente, Nord Africa e Asia centrale.

Un portavoce di Huawei ha dichiarato che attraverso il nuovo servizio cloud, che include funzionalità di intelligenza artificiale (AI), l’azienda mira a sostenere le imprese cinesi nell’esplorare il mercato saudita e a facilitare alle aziende locali l’ingresso nel mercato globale.

Un aspetto di particolare rilevanza è l’intenzione di Huawei di supportare i servizi governativi in Arabia Saudita attraverso il suo data center cloud, oltre a fornire applicazioni di intelligenza artificiale e LLM (Large Language Models) in arabo.

All’inizio di febbraio, Huawei aveva annunciato un investimento di 400 milioni di dollari (circa 530 miliardi di won) per la creazione di un centro cloud in Arabia Saudita. L’azienda prevede di formare 200.000 nuovi sviluppatori e di offrire servizi informatici a 1.000 partner locali e 2.000 startup entro i prossimi cinque anni.

Va sottolineato che l’Arabia Saudita ha stretto un partenariato strategico con la Cina lo scorso anno, in ambito di intelligenza artificiale. Ciò ha portato all’acquisizione da parte saudita di almeno 3.000 chip H100 prodotti da Nvidia, segnalando ulteriori legami tra i due paesi nel settore tecnologico.

In questa situazione, gli esperti hanno evidenziato le preoccupazioni degli Stati Uniti riguardo all’Arabia Saudita che potrebbe diventare un importante centro per l’intelligenza artificiale cinese. Si ritiene che le GPU Nvidia possano fluire attraverso paesi del Medio Oriente, creando una possibile via di bypass per le restrizioni statunitensi.

Ulteriori indizi delle preoccupazioni statunitensi emergono dal fatto che sia Nvidia che AMD hanno dichiarato nei loro rapporti sugli utili del secondo trimestre che il governo degli Stati Uniti ha richiesto un’autorizzazione aggiuntiva per vendere le loro linee di prodotti “A100” e “H100” a determinati clienti e regioni, compresi alcuni paesi del Medio Oriente.

Nonostante il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti abbia smentito queste voci, sembra che le restrizioni sulle esportazioni di semiconduttori legati all’intelligenza artificiale si stiano estendendo al di là della Cina, coinvolgendo alcune nazioni del Medio Oriente.

In conclusione, è possibile che l’Arabia Saudita possa essere soggetta a ulteriori regolamentazioni sulle esportazioni da parte di altri paesi che cercano di controllare lo scambio di tecnologie sensibili.

Di Fantasy