Nel panorama in rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale, una nuova strategia adottata dai colossi tecnologici sta attirando l’attenzione delle autorità garanti della concorrenza su entrambe le sponde dell’Atlantico. Le “Big Tech” hanno iniziato a perseguire un approccio innovativo per acquisire talenti e tecnologie nel campo dell’AI, evitando le tradizionali acquisizioni di startup che richiederebbero un rigoroso scrutinio antitrust.
Questa tattica ha sollevato le sopracciglia sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti, dove le rispettive autorità di regolamentazione hanno avviato indagini per comprendere meglio le implicazioni di queste mosse. Nel Regno Unito, l’Autorità per la concorrenza e i mercati (CMA) ha puntato i riflettori su Microsoft, esaminando da vicino il suo recente accordo con Inflection AI. La gigante di Redmond ha infatti assunto Mustafa Suleiman, CEO di Inflection, per guidare la sua divisione AI, portando con sé gran parte del team della startup – circa 70 dipendenti. Inoltre, Microsoft ha accettato di pagare una somma considerevole, circa 650 milioni di dollari, per i diritti di licenza della tecnologia di Inflection AI.
Dall’altra parte dell’oceano, la Federal Trade Commission (FTC) degli Stati Uniti sta conducendo un’indagine simile, concentrandosi questa volta su Amazon e sulla sua interazione con Adept, un’altra promettente startup di AI. In modo analogo a Microsoft, Amazon ha accolto nelle sue fila il CEO di Adept, David Luan, insieme ad altri dirigenti chiave, e ha ottenuto licenze per alcune delle tecnologie sviluppate dalla startup.
Queste mosse strategiche sembrano far parte di un più ampio sforzo delle Big Tech per accelerare il loro sviluppo nel campo dell’AI, in particolare nei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), un’area in cui la competizione è particolarmente accesa. Amazon, per esempio, sta chiaramente cercando di rafforzare la sua posizione per competere con rivali del calibro di Google e Microsoft.
Le autorità di regolamentazione temono che queste pratiche possano rappresentare un modo astuto per aggirare i controlli antitrust normalmente richiesti per le acquisizioni complete. La preoccupazione principale è che tali accordi possano potenzialmente indebolire la competitività nel settore dell’AI, un campo che sta diventando sempre più cruciale nell’economia digitale globale.
In risposta a queste indagini, le aziende coinvolte hanno mantenuto una posizione difensiva. Microsoft, per esempio, ha affermato con convinzione che il reclutamento di talenti promuove la concorrenza e non dovrebbe essere equiparato a una fusione o acquisizione. Amazon e Adept, d’altra parte, hanno preferito non commentare pubblicamente l’indagine in corso.