Nell’era digitale odierna, il tradizionale mantra indiano “Roti, Kapda, aur Makaan” (cibo, vestiti e casa) sta evolvendo, con ChatGPT che emerge come un elemento essenziale per la sopravvivenza moderna.
Sam Altman, CEO di OpenAI, ha recentemente condiviso un’esperienza significativa: durante un’interruzione di ChatGPT, ha lavorato per quattro ore senza l’assistenza dell’IA, rendendosi conto di quanto fosse diventato dipendente da essa. Ha dichiarato: “Avevo quasi dimenticato come funzionare senza di esso”. Questo episodio evidenzia la crescente dipendenza da tali sistemi e l’impatto che la loro indisponibilità può avere sulle attività quotidiane.
Con oltre 300 milioni di utenti attivi settimanalmente, OpenAI prevede di quadruplicare questo numero, puntando a un miliardo di utenti nel prossimo anno. Attualmente, ChatGPT gestisce oltre un miliardo di messaggi al giorno, con 1,3 milioni di sviluppatori che utilizzano i servizi di OpenAI negli Stati Uniti.
La diffusione di ChatGPT ha trasformato il modo in cui professionisti e studenti affrontano le loro attività quotidiane. Gli sviluppatori lo utilizzano per il debugging e la generazione di codice, mentre i creatori di contenuti lo impiegano per affinare idee e redigere rapidamente testi. La sua assenza può causare significative interruzioni nelle operazioni aziendali, come evidenziato da Engage AI, una startup che offre strumenti di vendita basati sull’IA per LinkedIn, i cui clienti hanno subito disservizi durante un recente downtime di ChatGPT.
La crescente dipendenza da ChatGPT solleva interrogativi sulla resilienza delle infrastrutture digitali e sulla necessità di soluzioni alternative in caso di interruzioni. Mentre l’IA continua a integrarsi nelle nostre vite, diventa fondamentale garantire la continuità dei servizi e sviluppare strategie per mitigare l’impatto di eventuali disservizi.