OpenAI ha recentemente presentato il suo modello di intelligenza artificiale più avanzato, denominato o3, che rappresenta un notevole passo avanti nel campo dell’IA. Tuttavia, emergono preoccupazioni significative riguardo al suo impatto ambientale. Secondo un’analisi condotta da Boris Gamazaychikov, responsabile della sostenibilità dell’IA presso Salesforce, ogni operazione eseguita da o3 consuma circa 1.785 kWh di energia, equivalenti al consumo elettrico medio di una famiglia statunitense in due mesi.

Questo consumo energetico si traduce in circa 684 chilogrammi di emissioni di CO₂, paragonabili alle emissioni prodotte da oltre cinque pieni di benzina per un’automobile. Gamazaychikov sottolinea che queste stime potrebbero essere conservative, poiché non tengono conto del carbonio incorporato e si concentrano esclusivamente sul consumo delle GPU.

Kasper Groes Albin Ludvigsen, data scientist e sostenitore dell’IA verde, evidenzia che un server HGX dotato di 8 GPU Nvidia H100 consuma circa 11-12 kW, significativamente più dei 0,7 kW per GPU considerati nelle stime precedenti.

Pierre-Carl Langlais, co-fondatore di Pleias, esprime preoccupazione riguardo ai costi energetici se il design del modello non riesce a ridurre rapidamente il consumo. Egli osserva che la risoluzione di problemi matematici complessi richiede numerosi tentativi, test intermedi e processi di ragionamento, aumentando ulteriormente il consumo energetico.

In precedenza, era stato stabilito che l’utilizzo di ChatGPT comportava un consumo d’acqua pari al 10% del fabbisogno giornaliero di una persona per ogni conversazione, circa mezzo litro. Sebbene possa sembrare una quantità modesta, considerando l’ampia base di utenti, l’impatto cumulativo diventa significativo.

Kathy Baxter, architetto principale per l’IA responsabile presso Salesforce, avverte del potenziale verificarsi del paradosso di Jevons con i progressi dell’IA come il modello o3 di OpenAI. Questo paradosso suggerisce che l’aumento dell’efficienza può portare a un incremento complessivo del consumo, anziché a una riduzione. Baxter sottolinea l’importanza di considerare sia il consumo energetico che l’uso dell’acqua per comprendere appieno l’impatto ambientale delle tecnologie IA.

Di ihal