I legislatori dell’Unione Europea (UE), che hanno redatto la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale (IA), hanno espresso preoccupazione riguardo alla possibilità che la Commissione Europea modifichi i suoi regolamenti in risposta alle pressioni provenienti dagli Stati Uniti e da opposizioni interne. In una lettera inviata alla Commissione, i legislatori avvertono che cedere a queste pressioni sarebbe “pericoloso, antidemocratico e giuridicamente incerto”. La preoccupazione è legata alla possibilità che le normative che regolano l’IA possano essere indebolite, compromettendo la sicurezza e l’integrità del modello europeo.
Secondo quanto riportato dal Financial Times il 24 marzo, la lettera esprimeva il timore che, se le normative venissero attenuate, i fornitori di modelli di IA più influenti potrebbero adottare politiche rischiose. Queste politiche potrebbero minare la fiducia nel modello europeo, favorire interferenze straniere, manipolazioni elettorali, discriminazioni e la diffusione di contenuti illegali, con gravi conseguenze per l’economia e la democrazia europea.
Le preoccupazioni sono state sollevate in risposta alle critiche secondo cui le normative sull’intelligenza artificiale potrebbero essere state allentate a causa delle pressioni politiche degli Stati Uniti e delle attività di lobbying delle aziende americane. Infatti, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva insinuato che gli Stati Uniti avrebbero reagito con tariffe contro le aziende europee se le leggi dell’UE fossero state troppo restrittive. A febbraio, il vicepresidente JD Vance, partecipando a un vertice sull’IA a Parigi, ha rifiutato di aderire a una dichiarazione congiunta di protesta contro l’UE.
Inoltre, diverse aziende americane e gruppi di lobby sostengono che le leggi europee sull’intelligenza artificiale siano troppo severe, mettendo a rischio lo sviluppo industriale. Anche alcuni paesi e aziende europee hanno espresso preoccupazioni simili.
Un altro punto di discussione riguarda la protezione del diritto d’autore. Gli editori e i titolari dei diritti d’autore dell’UE accusano la Commissione di non fare abbastanza per proteggere i diritti degli autori, in particolare nel contesto dell’intelligenza artificiale.
La Commissione Europea ha annunciato che il “Codice di condotta” finale sarà completato entro maggio, dopo aver ricevuto i commenti pubblici, che scadranno alla fine del mese. Questo rappresenta l’ultima opportunità di revisione, dopo i passaggi avvenuti nei mesi di settembre e dicembre dell’anno scorso.
Henna Vikkuen, responsabile digitale della Commissione, ha sottolineato che l’obiettivo del codice di condotta non è creare ostacoli, ma fornire indicazioni e supporto alle industrie, alle parti interessate e alle piccole e medie imprese (PMI). Ha ribadito che la Commissione non ha cambiato i suoi principi fondamentali e ha affermato che l’intento è quello di garantire un ambiente digitale equo, sicuro e democratico per l’Europa.