In un’intervista esclusiva con CBS News, Demis Hassabis, CEO di Google DeepMind e vincitore del Premio Nobel per la Chimica nel 2024, ha delineato una visione audace per il futuro della medicina e della scienza: l’intelligenza artificiale (IA) potrebbe eliminare tutte le malattie entro il prossimo decennio. Questa dichiarazione ha suscitato un ampio dibattito, sollevando interrogativi sulle potenzialità e i rischi associati all’adozione dell’IA in ambito sanitario.
Hassabis ha sottolineato che l’IA sta progredendo a un ritmo esponenziale, grazie all’aumento delle risorse, dell’attenzione e del talento globale investiti nel settore. Secondo lui, questa accelerazione potrebbe portare a sviluppi significativi in tempi sorprendentemente brevi. “Penso che sia alla nostra portata”, ha affermato, indicando che l’eliminazione delle malattie potrebbe essere realizzabile entro i prossimi dieci anni.
Un esempio concreto dei progressi compiuti è rappresentato da AlphaFold, il sistema di DeepMind che ha previsto la struttura tridimensionale di oltre 200 milioni di proteine in un solo anno. Questo risultato ha ridotto significativamente il tempo necessario per decifrare le strutture proteiche, un compito che in precedenza richiedeva decenni di ricerca. Comprendere la struttura delle proteine è fondamentale per identificare i meccanismi alla base delle malattie e sviluppare trattamenti mirati.
Hassabis ha evidenziato che, attualmente, lo sviluppo di un nuovo farmaco richiede in media dieci anni e miliardi di dollari. Tuttavia, con l’ausilio dell’IA, questo processo potrebbe essere ridotto a mesi o addirittura settimane. La capacità dell’IA di analizzare vasti volumi di dati e identificare potenziali candidati terapeutici in tempi rapidi potrebbe rivoluzionare l’intero settore farmaceutico.
Nonostante l’ottimismo, Hassabis ha sottolineato le sfide etiche associate all’uso dell’IA. Ha espresso preoccupazione per l’uso improprio della tecnologia da parte di attori malintenzionati e per il rischio che i sistemi di IA diventino autonomi senza un adeguato controllo umano. Per affrontare questi rischi, è essenziale sviluppare “guardrails” o limiti di sicurezza che garantiscano che l’IA operi in modo allineato ai valori umani e benefici la società nel suo complesso.
Guardando al futuro, Hassabis ha delineato una visione di “abbondanza radicale”, in cui l’IA non solo elimina le malattie, ma affronta anche altre sfide globali come la scarsità di risorse e i cambiamenti climatici. Tuttavia, ha avvertito che per realizzare questa visione è necessaria una cooperazione internazionale e un impegno condiviso per garantire che i benefici dell’IA siano distribuiti equamente e che i rischi siano gestiti in modo responsabile.
Le dichiarazioni di Demis Hassabis offrono uno spunto per riflettere sul potenziale trasformativo dell’IA nella medicina e nella società. Se da un lato le sue parole ispirano speranza per un futuro in cui le malattie possano essere sconfitte, dall’altro evidenziano la necessità di affrontare le sfide etiche e pratiche associate all’adozione di queste tecnologie avanzate. Il cammino verso un’era di “abbondanza radicale” richiederà un equilibrio tra innovazione, responsabilità e cooperazione globale.