Apple, storicamente nota per la sua capacità di innovare e perfezionare tecnologie esistenti, si trova oggi a fronteggiare una sfida significativa nel campo dell’intelligenza artificiale (AI). Nonostante gli sforzi per integrare l’AI nei suoi prodotti, l’azienda ha mostrato lentezza nell’adattarsi alle rapide evoluzioni del settore, lasciando spazio ai concorrenti come OpenAI, Google e Microsoft di avanzare più rapidamente.

Secondo un podcast di Bloomberg intitolato “Apple has an AI Problem”, il giornalista Mark Gurman ha evidenziato come Apple stia affrontando difficoltà nel mantenere il passo con i suoi rivali nel campo dell’AI. In particolare, l’assistente vocale Siri, uno dei principali strumenti AI dell’azienda, non ha ancora raggiunto le funzionalità promesse, con molte delle caratteristiche annunciate che risultano ancora non operative o malfunzionanti. Questo disallineamento tra le promesse di marketing e la realtà del prodotto ha portato alcuni consumatori a intentare cause legali per pubblicità ingannevole.

Internamente, Apple ha intrapreso un progetto denominato “LLM Siri”, mirato a sviluppare una versione generativa dell’assistente vocale. Tuttavia, la strategia iniziale di combinare questa nuova versione con l’attuale Siri non ha prodotto i risultati sperati. Inoltre, la riluttanza a investire pesantemente in risorse come le unità di elaborazione grafica (GPU) necessarie per l’addestramento dei modelli AI ha ulteriormente rallentato i progressi. Alcuni dirigenti, come John Giannandrea, capo dell’AI di Apple, hanno espresso scetticismo riguardo all’interesse degli utenti per chatbot AI, portando a decisioni che hanno limitato l’adozione di queste tecnologie nei prodotti dell’azienda.

Gurman suggerisce che Apple debba adottare un approccio più audace e tempestivo nell’introduzione di nuove tecnologie. L’azienda dovrebbe abbandonare la sua tradizionale cautela e abbracciare una mentalità più orientata al rischio, simile a quella di altre aziende tecnologiche che hanno ottenuto successo nell’AI. Questo comporterebbe un’accelerazione nello sviluppo e nel lancio di prodotti basati sull’AI, nonché una maggiore apertura all’adozione di tecnologie esterne, come quelle sviluppate da OpenAI.

Di Fantasy