Durante l’evento Google I/O 2025, Sergey Brin, co-fondatore di Google, ha fatto una sorprendente apparizione, cogliendo tutti di sorpresa con dichiarazioni ambiziose riguardo al futuro dell’intelligenza artificiale generale (AGI). Brin ha espresso con sicurezza la sua convinzione che Gemini, il nuovo modello di IA sviluppato da Google, diventerà la prima vera intelligenza artificiale generale, segnando così un traguardo fondamentale nel mondo della tecnologia.
Brin, che nel 2019 aveva annunciato il suo ritiro dalle attività operative, è tornato nel 2023 per partecipare attivamente allo sviluppo di Gemini, spinto da un senso di responsabilità e dall’entusiasmo per l’epoca straordinaria che stiamo vivendo. Nel suo discorso, ha sottolineato come mai prima d’ora la tecnologia e le opportunità siano state così elevate, e come, in quanto informatico, senta che non si possa restare a guardare senza agire.
L’evento, inizialmente previsto per essere guidato dal CEO di DeepMind, Demis Hassabis, e dal fondatore di BigTech Alex Kantrowitz, ha visto Brin prendere la parola senza preavviso, aprendo un confronto profondo sulle potenzialità e le sfide dell’IA futura. In particolare, alla domanda su quando l’AGI potrà emergere, Brin ha indicato un orizzonte temporale che potrebbe anticipare il 2030, descrivendo quel limite come “sul filo del rasoio”.
D’altra parte, Hassabis ha mantenuto una posizione più prudente, suggerendo che l’AGI arriverà probabilmente poco dopo il 2030, scherzando sul fatto di dover tornare a lavorare più intensamente per accelerare il processo. Questo scambio ha mostrato la tensione e la determinazione all’interno del team, con Brin che ha invitato Hassabis a non farsi troppa pressione.
Queste dichiarazioni si inseriscono in un contesto di crescente competitività all’interno di Google stessa, dove Brin ha recentemente esortato il team di sviluppo di Gemini a impegnarsi intensamente, lavorando anche oltre le 60 ore settimanali, per non perdere terreno nella corsa verso l’AGI. In febbraio, aveva già inviato una mail chiara e motivazionale, sottolineando che la “corsa finale verso l’AGI è iniziata”.
La posta in gioco è alta. Brin detiene una quota significativa in Alphabet, la società madre di Google, con il 5,6% delle azioni e il 25% del potere di voto, un ruolo che gli conferisce una forte influenza sulle strategie aziendali. Il suo ritorno e la sua energia testimoniano quanto sia cruciale per Google mantenere la leadership nel campo dell’intelligenza artificiale, specialmente in un momento storico in cui questa tecnologia sta per ridefinire il futuro della società e dell’economia globale.