Nel flusso incessante della nostra vita digitale, l’informazione si è trasformata: non la cerchiamo più, ce la troviamo davanti. Così, un’interessante riflessione emerge da un recente approfondimento su Unite.AI: “What Do Users Actually Think About AI Overviews?”, che getta luce su come gli utenti interagiscono — e reagiscono — a questa nuova frontiera delle ricerche online.

Immagina di porre una domanda complessa a Google: una risposta concisa ti vien restituita istantaneamente, magari insieme a qualche link di contorno. È il cosiddetto “AI Overview”, un breve riassunto generato automaticamente che, secondo i dati, segna un drastico cambiamento: il tasso di click-through si dimezza, passando dal 15% all’8%, mentre gli utenti che cliccano sulle fonti integrate nell’Overview sono solo l’1%. Un vero e proprio zero-click search, dove l’informazione fornita in superficie basta a chiudere la sessione di ricerca.

Quanto incidono lunghezza e contesto della domanda? Non tutte le domande sono uguali. Agli Overview è più probabile imbattersi quando le query sono lunghe, complesse, quasi conversazionali: una query di 10 parole ha il 53% di probabilità di generare un riassunto, mentre una di appena una o due parole viene trattata così solo l’8% delle volte.

Non è tutto rapido: il tipo di argomento incide sulla profondità dell’interazione. Le ricerche legate alla salute inducono l’utente a scorrere per il 52% della pagina, nel fai-da-te la percentuale è del 54%, in ambito finanziario del 46%, mentre le domande temporali, più banali, scendono al 41%. Questo suggerisce che, quando l’argomento ha peso, l’utente non si accontenta del primo pezzo di testo che vede.

Allargandoci, il quadro di fiducia nei confronti degli Overview non è rassicurante. Un’indagine di Exploding Topics evidenzia che l’82% degli utenti è almeno in parte scettico verso questi riassunti — solo l’8,5% si fida sempre, mentre un 21% afferma di non fidarsi mai. Eppure, più del 40% raramente o addirittura mai visita le fonti segnalate. Solo pochi — meno del 11% — seguono abitualmente il link verso l’articolo originale.

Comunque, l’impatto sui contenuti è devastante: siti e news publisher stanno subendo una “estinction-level event”. I 500 siti più visitati del web stanno perdendo in media il 27% del traffico da Google, pari a 64 milioni di visite in meno ogni mese.

La comodità c’è, è innegabile: una risposta rapida, sintetica, subito davanti ai tuoi occhi. Ma cosa sei disposto a sacrificare? La ricchezza dell’informazione, il confronto, la scoperta oltre il riassunto? Tra fiducia parziale, engagement limitato e calo di traffico per i creatori, questa funzionalità sta mettendo in crisi gli equilibri della rete e dell’informazione?

Di Fantasy