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Da quando Mark Zuckerberg ha annunciato con enfasi la creazione del Meta Superintelligence Labs (MSL) a fine giugno, l’azienda ha accelerato il proprio percorso verso la cosiddetta superintelligenza — quel modello di intelligenza artificiale in grado di superare le capacità umane in quasi ogni ambito. Il cuore pulsante di questa ambizione? Una riorganizzazione radicale della divisione AI, che oggi si declina in quattro dipartimenti distinti, guidati da volti nuovi ma ben noti alla scena tech.

In un’e-mail interna datata 20 agosto, Business Insider ha reso noto il contenuto di una comunicazione inviata da Alexandr (Alex) Wang, il Chief AI Officer di Meta, che non nasconde l’urgenza e la portata strategica di questo cambiamento. “La superintelligenza sta arrivando” — scrive — e per affrontarla seriamente “il meta deve subire cambiamenti significativi”. In tale messaggio, Wang chiarisce che tutti i principali responsabili del nuovo MSL — incluso Nat Friedman, ex CEO di GitHub — riferiranno direttamente a lui, consolidando una catena di comando chiara e verticale.

Il rebranding organizzativo di MSL ha tradotto la divisione in quattro gruppi fondamentali, ognuno con un ruolo preciso nel nuovo ecosistema AI di Meta:

  • TBD Lab: un team ristretto e focalizzato sulla formazione e la scalabilità di grandi modelli AI, incluso lo sviluppo di un enigmatico “omni model”.
  • FAIR (Fundamental AI Research): il celebre laboratorio di ricerca pura di Meta — guidato da Rob Fergus con Yann LeCun come chief scientist — che da ora svolgerà un ruolo più attivo, canalizzando i risultati della ricerca direttamente verso TBD Lab.
  • Prodotti e Ricerca Applicata: guidato da Nat Friedman, questo gruppo si occuperà di integrare gli sviluppi AI in prodotti concreti.
  • Infrastruttura (Infra): sotto la guida di Aparna Ramani, questo team gestirà il supporto tecnico essenziale — dai data center all’hardware — affinché i modelli AI possano effettivamente venire alla luce.

Tra i cambiamenti c’è anche lo scioglimento del team AGI Foundations, nato appena a maggio e discendente diretto del GenAI team, che aveva partecipato allo sviluppo del modesto Llama 4. I suoi membri sono stati redistribuiti tra i dipartimenti di prodotto, infrastruttura e FAIR, ma non a TBD, segnale che le priorità operative sono ora ben tracciate.

Dietro questa rivoluzione organizzativa si nasconde anche un clima teso. Il Web vibra di minacce di abbandono da parte di dipendenti che temono di non far parte del “team modello” di MSL, un vero e proprio malcontento interno, con alcune figure chiave in procinto di lasciare se non incluse nel team centrale.

Le ristrutturazioni, seppur necessarie, possono essere infatti “dirompenti”, come lo stesso Wang ammette nel memo — ma sono ritenute vitali per imprimere all’azienda una velocità nuova in chiave superintelligenza. Questo rinnovamento non arriva in un contesto morso dal silenzio. Meta ha messo in campo miliardi per acquisire Scale AI e portare Wang alla guida, attirando talenti da OpenAI, DeepMind, Anthropic e Google

Il lab critico “TBD” si arricchisce di figure di alto livello come Jack Rae (Google), Jiahui Yu (OpenAI) e altri. Contemporaneamente, Meta ha imposto una pausa nelle assunzioni AI, un “freezing” che blocca spostamenti interni e richiede l’approvazione di Wang per ogni eccezione, in vista di un assetto più razionale e sostenibile.

Meta, perciò, ha cambiato pelle: dalla creatività di laboratorio sparpagliata a un’organizzazione centralizzata, spinta dalla sensazione di una “superintelligenza” alle porte. La tensione c’è — è palpabile — ma serve a costruire, a Darwinizzare la divisione AI, rendendola meno fluida e più orientata a risultati sintetici. Il jazz dell’intelligenza artificiale di Meta si è trasformato in una marcia militare: chi resterà, seguirà il ritmo di Wang; chi vorrà continuare il flusso creativo libero, potrebbe trovarsi a suonare altrove.

Di Fantasy