L’Ulsan National Institute of Science and Technology (UNIST) ha fatto un balzo nel futuro del diritto e dell’innovazione. Il 9 settembre, l’ateneo ha presentato un sistema di gestione dei diritti di proprietà intellettuale basato sull’intelligenza artificiale, capace di leggere, comprendere ed estrarre informazioni fondamentali da contratti di trasferimento tecnologico in poco meno di cinque minuti – un risultato che fino a ieri sarebbe sembrato utopico.
Immagina decine di contratti PDF, densi di linguaggio legale e dettagli tecnici, trasformati in dati strutturati. Il sistema proprietario di UNIST utilizza un Large Language Model (LLM) progettato per:
- leggere e classificare automaticamente i contratti (ordinari, esclusivi, di cessione),
- individuare clausole chiave, le parti coinvolte e chi paga i diritti di brevetto,
- imparare dai modelli contrattuali per migliorare progressivamente la propria accuratezza.
Il risultato? Tempi ridotti drasticamente: da quattro settimane ogni sei mesi di revisione manuale a un solo giorno, con un solo operatore anziché cinque. Un’efficienza che trasforma tempo e costi in creatività e strategia.
Cha Su-mi, responsabile del Technology Value Team dell’UNIST, lo esprime con chiarezza: “Grazie all’automazione IA, ora possiamo concentrarci su attività strategiche piuttosto che compiti semplici.” La standardizzazione del processo non riduce solo il carico operativo, ma aumenta anche coerenza e affidabilità dell’analisi.
L’impatto non si ferma qui. UNIST intende estendere l’uso di questa tecnologia anche alla gestione della ricerca, all’amministrazione accademica e alle tecnologie per il facility management. L’obiettivo è creare un nuovo modello di gestione dei brevetti universitari, condiviso con altre istituzioni.
Il rettore Park Jong-rae lo chiama il primo passo verso un “campus per l’intelligenza artificiale”, dove l’IA diventa strumento per liberare la creatività e formare “talenti intelligenti” nel campo dell’AI.