Nel mondo aziendale, uno dei grandi problemi che ritorna costantemente è la frammentazione: ogni reparto usa sistemi propri — CRM, supporto clienti, gestione prodotto, comunicazioni interne — e spesso questi strumenti non parlano bene tra loro. Informazioni duplicate, ritardi nella comunicazione, inefficienze nel prendere decisioni perché serve “mettere insieme” dati che stanno in silos diversi. È in questo spazio che DevRev cerca di inserirsi con la sua ultima novità: Computer, una soluzione che vuole unificare, automatizzare, e “fare prendere decisioni” all’intelligenza artificiale — non solo rispondere, ma agire.
Per DevRev (fondata nel 2022), Computer, il loro nuovo prodotto, vuole offrire non tanto un’idea futura, ma qualcosa di operativo già oggi: un aiuto concreto, pieno di contesto e capace non solo di cercare dati, ma di interagire con essi, agire, sincronizzare sistemi.
Da un lato, DevRev definisce Computer come un agente AI conversazionale che non si limita a rispondere a domande o portare alla superficie documenti nascosti. Vuole essere un compagno che sa prendere iniziative, aggiornare dati, creare attività, notificare, coordinare. Per farlo, ha costruito un’infrastruttura su due pilastri fondamentali: da un lato Computer Memory, un grafo di conoscenza che trasforma i dati aziendali in una rete viva, capace di tracciare le relazioni tra clienti, team, prodotti; dall’altro Computer AirSync, un motore che sincronizza in tempo reale questi dati provenienti da fonti strutturate (CRM, backlog, database interni) e non strutturate (chat, documenti, email), senza perdere il contesto, senza violare permessi o policy di privacy. Ciò significa che quando un agente AI di Computer prende informazioni, queste non sono solo “saccheggiate” da varie banche dati, ma vengono unite, filtrate, aggiornate, con la consapevolezza di chi può vedere cosa, di quale sistema è origine, di quale è lo stato attuale.
Quando Computer viene utilizzato da un team, non importa se il compito è far fronte a un bug che impatta clienti chiave o se serve preparare la riunione con un potenziale cliente: l’agente è in grado di aggregare informazioni da supporto clienti, vendite, sviluppo, uso del prodotto, usare il calendario, evidenziare decisioni passate, bozze di comunicazioni, e perfino agire – ad esempio creando ticket, assegnando responsabilità, aggiornando i sistemi interni come Salesforce o Jira – tutto questo restando “dietro le quinte” e rispettando le autorizzazioni.
L’idea è di trasformare l’esperienza del lavoro: meno tempo perso a saltare tra applicazioni, meno duplicazione di compiti, meno attrito nella collaborazione interfunzionale. DevRev investe da anni per rendere possibile questa visione, non solo costruendo tecnologia all’avanguardia, ma anche definendo come la persone davvero interagiranno con essa. Secondo le descrizioni dell’azienda, l’onboarding di Computer somiglia all’ingresso di un nuovo collega: il sistema chiede cosa fai, che strumenti usi, quali sono i tuoi obiettivi, e lentamente “impara” come sei abituato a lavorare, in modo da adattarsi e anticipare bisogni.
Naturalmente, una costruzione così ambiziosa porta con sé sfide importanti. Integrare sistemi esistenti, magari molto personalizzati, aggiornare dati eterogenei, mantenere sicurezza e conformità non è solo questione tecnica: richiede cambiamenti culturali, fiducia da parte delle persone. È necessario pensare non solo a cosa Computer può fare, ma come inserirlo senza far sentire gli utenti “controllati” o che perdono autonomia. Bisogna costruire trasparenza, prevedere come gestire errori, assicurarsi che gli interventi automatici abbiano sempre un modo per essere verificati e corretti.
L’importanza di questa proposta sta proprio nel fatto che non appare come una versione “rafforzata” di ciò che già usiamo, ma come un tentativo di ripensare il modo stesso in cui l’intelligenza aziendale, i processi, i flussi operativi e le decisioni possano essere meno vincolati dalla tecnologia e più guidati dai bisogni reali delle persone. Se Computer riuscirà davvero a instaurare un rapporto di fiducia, a ridurre la sovrapposizione di strumenti, a far risparmiare tempo non sul piccolo ma sul significativo, allora potremo dire che non è solo un prodotto interessante, ma un potenziale punto di svolta per le organizzazioni che vogliono lavorare in modo più unito, più fluido e più umano.