La proliferazione di modelli linguistici (LLM) — ognuno con le proprie API, protocolli e limiti — ha generato una frattura che molti sviluppatori lamentano da tempo: dover gestire più sistemi, dover cambiare codice, dover adattare ogni integrazione. La risposta che emerge da AIGNE (precedentemente nota come AI Kit in veste rinnovata) è AIGNE Hub, una piattaforma che si propone come un gateway unificato attraverso il quale accedere a qualsiasi modello linguistico, con un solo endpoint, gestione dei costi, monitoraggio delle prestazioni e opzioni di deployment gestito o self-hosted.
Quando si osserva AIGNE Hub da vicino, ciò che colpisce è l’ambizione: non si tratta di un semplice wrapper che traduce comandi da un fornitore all’altro, ma di un ambiente connesso che integra osservabilità, analisi, sicurezza e controllo centralizzati. In pratica, chi sviluppa non deve più preoccuparsi delle differenze fra OpenAI, Mistral, Claude, Llama o altri servizi: tutto può transitare da un’interfaccia coerente.
Un altro aspetto interessante è la modalità di deployment: AIGNE offre la possibilità di utilizzare il servizio in cloud gestito (quindi “chiavi in mano”) oppure di integrarlo completamente in ambienti propri, self-hosted, per chi ha esigenze di controllo, compliance o privacy particolarmente stringenti. Questa doppia configurazione garantisce una flessibilità che non è scontata nel settore.
Per le aziende che già usano più modelli — magari per casi d’uso diversi, alternate orizzontalmente o in fallback — AIGNE Hub si propone come una semplificazione radicale. Invece di far convivere frammenti di codice, SDK eterogenei e logiche personalizzate, il team può instradare le richieste tramite un’unica API che incamera metriche di latenza, costi e qualità, e permette di fare switching tra modelli con cambi minimi o nulli.