Immagine AI

Se hai passato serate a limare micro-difetti della pelle, a dosare luci e contrasti sperando di non finire nell’effetto “plasticoso”, capisci subito perché Aperty, il nuovo editor di Skylum dedicato ai ritratti, attiri l’attenzione. Non è un “tuttofare” come Luminar Neo, ma uno specialista che punta a migliorare i volti in modo realistico, lasciando all’utente la sensazione – preziosa – di avere sempre l’ultima parola sul risultato. Pubblicato oggi, 20 ottobre 2025, l’articolo firmato da Janine Heinrichs racconta un test pratico con un ritratto: preset leggeri, ritocchi mirati e rughe ammorbidite senza cancellare l’età del soggetto. L’idea di fondo è semplice: l’IA fa il lavoro pesante, l’umano rifinisce con i cursori.

Aperty nasce proprio con questa filosofia. Skylum lo ha pensato esclusivamente per chi fotografa persone – ritratti, matrimoni, headshot, moda – e ne ha centrato l’ergonomia: interfaccia pulita, anteprime rapide, supporto ai RAW, funzionamento sia come app stand-alone sia come plugin per Photoshop e Lightroom Classic. In prova, l’autrice insiste su un equilibrio riuscito tra automazione e controllo: l’algoritmo individua pelle, occhi, bocca, perfino aree problematiche come macchie o rughe; poi sei tu a decidere “quanto” intervenire, magari preservando le linee d’espressione e limitando la correzione alle imperfezioni temporanee. È un’impostazione che parla il linguaggio di chi lavora con clienti reali, dove la richiesta oscilla tra “quasi niente” e “fammi brillare ma non si deve vedere”.

Sul piano tecnico, il cuore è una mappatura del volto fino a 4.000 punti che abilita un editing “in 3D”, rispettoso dei volumi; la segmentazione distingue una trentina di zone tra viso e corpo; gli strumenti dedicati vanno dal Retouch per la pelle al trucco digitale con intensità regolabile, dalla correzione cromatica alla luce da studio simulata con più sorgenti, fino ai pannelli per occhi, rughe e rimodellamento delicato dei lineamenti. L’autrice sottolinea anche la possibilità di lavorare in batch, con una coerenza di resa che torna utile a chi processa molte immagini dopo un servizio. Tutto questo, raccontato con screenshot e passaggi passo-passo, restituisce l’idea di un flusso di lavoro rapido e “tranquillo”: carichi, scegli un preset non invadente, rifinisci dove serve, verifichi l’insieme.

C’è anche una dimensione “di bottega” interessante: Skylum ha coinvolto la ritrattista Julia Trotti nello sviluppo. Il risultato, dice la recensione, sono preset usabili sul serio – niente look da cartolina – e una serie di scelte d’interfaccia che evitano quell’“ingegnerese” che spesso complica i software creativi. In più, il supporto macOS/Windows e l’integrazione plugin rendono Aperty uno strumento abbastanza duttile da infilarsi nei flussi esistenti senza creare attrito.

Non mancano i limiti. Aperty costa, e per chi edita sporadicamente potrebbe essere eccessivo rispetto al beneficio. Alcune correzioni automatiche richiedono ancora un passaggio manuale; su file pesanti può capitare qualche indugio; il download iniziale è corposo. Ma la sintesi della prova è favorevole: veloce, naturale nel rendering della pelle e credibile negli occhi – le due aree dove i software “tradiscono” più spesso.

Se cerchi un editor a 360 gradi, Luminar Neo resta la scelta più ampia, tra effetti creativi, denoise, sky replacement e gestione a livelli; se lavori da mobile e vuoi velocità/giocosità per contenuti social, Photoleap è più adatto; se gestisci volumi alti e punti a sveltire culling e coerenza stilistica, Aftershoot parla la tua lingua. Aperty, invece, sta dove deve stare: nel cantiere del ritratto professionale, quando contano naturalezza, tempi stretti e ripetibilità del risultato. Da ricordare anche la prova gratuita di 7 giorni con garanzia soddisfatti o rimborsati di 14 giorni, un incentivo gentile a provarlo nel proprio contesto.

Di Fantasy