L’esperienza d’acquisto online sta per compiere un balzo evolutivo notevole, grazie a Google. In vista della cruciale stagione degli acquisti di fine anno (il quarto trimestre del 2025), il colosso di Mountain View ha annunciato un aggiornamento massiccio delle sue funzionalità di Google Shopping, integrando in profondità le capacità conversazionali e “agenti” dell’Intelligenza Artificiale, in particolare il modello Gemini. L’obiettivo è chiaro: trasformare l’interfaccia di ricerca in un vero e proprio assistente personale per lo shopping, capace non solo di suggerire prodotti, ma di negoziare, confrontare e persino completare gli acquisti per conto dell’utente.
Siamo di fronte a un cambio di paradigma che sposta l’atto dell’acquisto online dalla fatica della ricerca a un dialogo naturale e automatizzato. Il cuore di questa metamorfosi risiede nella nuova AI Mode integrata in Google Search, potenziata da una versione personalizzata di Gemini 2.5 e ancorata al gigantesco Shopping Graph di Google, un catalogo dinamico che monitora oltre 50 miliardi di prodotti.
La novità più evidente è la fine del dominio delle parole chiave secche e imprecise. Oggi, grazie alla ricerca conversazionale in AI Mode, gli utenti possono descrivere ciò che cercano utilizzando il linguaggio quotidiano e fornendo un contesto complesso. Non si cerca più semplicemente “giacca da montagna”, ma si può digitare “Ho bisogno di una giacca impermeabile leggera per fare trekking in autunno in montagna, che costi meno di 150 euro”.
L’IA di Google interpreta questa richiesta articolata, analizza il contesto e restituisce un pannello di risultati curati e visivamente ricchi, dinamici e pertinenti. Non si tratta di una lista generica, ma di opzioni preselezionate che rispondono contemporaneamente ai criteri di leggerezza, impermeabilità, prezzo e destinazione d’uso. Inoltre, quando l’utente è indeciso tra più prodotti complessi, come sieri per il viso o gadget tecnologici, l’IA è in grado di generare tabelle comparative side-by-side, estrapolando dati, specifiche tecniche e persino insight rilevanti dalle recensioni degli altri utenti per semplificare la scelta.
Il passo più audace compiuto da Google è l’introduzione di capacità “agentiche” che deleghegano all’IA compiti che prima richiedevano tempo e sforzo manuale. Due funzionalità in particolare ridefiniscono il percorso di acquisto:
- L’IA che Chiama i Negozi: Quante volte abbiamo desiderato sapere se un prodotto è disponibile nel negozio fisico più vicino prima di andarci? Google risolve questo problema con una funzione che sfrutta la tecnologia Duplex (ora potenziata da Gemini). L’utente può chiedere all’IA di chiamare il negozio per verificare in tempo reale la disponibilità del prodotto desiderato, i prezzi e le offerte speciali. L’IA gestisce la conversazione, identifica le informazioni richieste e le sintetizza inviando poi la risposta chiara via email o SMS, sollevando l’utente da fastidiose perdite di tempo al telefono.
- Acquisto Automatico (Agentic Checkout): Per chi ha individuato l’oggetto del desiderio ma vuole aspettare il prezzo giusto, Google offre un sistema di monitoraggio e acquisto automatico. L’utente imposta criteri precisi come la taglia, il colore e un budget massimo. L’IA tiene traccia delle oscillazioni di prezzo e, non appena il prodotto scende sotto la soglia stabilita, può completare in automatico l’acquisto sul sito del rivenditore, utilizzando Google Pay, previa conferma finale dell’utente. Si passa da un’azione attiva (cercare e cliccare) a una passiva (impostare i parametri e delegare).
L’integrazione dell’IA tocca anche il punto dolente dell’e-commerce, in particolare nel settore fashion: l’incertezza sul fit e l’alto tasso di reso. Google ha migliorato la sua funzionalità di Virtual Try-On (VTO). Il consumatore non deve più affidarsi a modelli generici, ma può ora caricare la propria foto a figura intera e l’IA genera un’immagine che mostra come l’indumento si adatterebbe al suo corpo, tenendo conto di elementi cruciali come la piega del tessuto, l’elasticità e l’aderenza. Questo genera una maggiore fiducia nell’acquisto e promette di ridurre sensibilmente la frustrazione legata a capi che non calzano come sperato.
