L’intersezione tra intelligenza artificiale e musica è rapidamente diventata una delle frontiere più dinamiche e, al contempo, controverse della creatività digitale. Il workshop “IA for Music” tenutosi al NeurIPS 2025 a San Diego, uno dei più prestigiosi appuntamenti globali nel campo del machine learning, ha rappresentato la prima vetrina specificamente dedicata a questo tema dal 2011, attirando l’attenzione di luminari di istituti di ricerca di fama mondiale come Google DeepMind e il MIT. In questo scenario di convergenza tra creatività e informatica, NewTune (CEO Jongpil Lee), azienda specializzata in IA musicale, ha presentato un documento che affronta una questione fondamentale: come proteggere il copyright e garantire un’equa attribuzione nell’era della musica generata dall’IA.

Il contributo di NewTune, intitolato “Music AI Agent Architecture in the Post-Streaming Era”, evidenzia una problematica emersa prepotentemente con la transizione dalle vendite fisiche allo streaming e, successivamente, con l’avvento dell’IA generativa. Se l’era dello streaming aveva già creato un dibattito sulla ripartizione dei ricavi, l’IA generativa introduce una complessità superiore. Poiché l’intelligenza artificiale apprende da innumerevoli dati musicali e genera nuove tracce prendendo in prestito “modelli” stilistici e strutturali, si corre il rischio concreto che il contributo originale di un artista venga assorbito in un vasto e opaco bacino di ricavi. In pratica, la tracciabilità dell’ispirazione e l’attribuzione equa diventano una “scatola nera”.

Per superare questa opacità, NewTune propone la sua Architettura di Agenti IA Musicali, un sistema costruito su tre elementi fondamentali e interconnessi che mirano a rendere l’intero processo di generazione e attribuzione trasparente.

Il primo elemento è BlockDB, un database specializzato. La musica viene segmentata non solo in base alla struttura convenzionale (introduzioni, ritornelli, ponti), ma anche in base agli stem (tracce strumentali isolate come voce, batteria, basso, ecc.). Ogni blocco di dati musicale viene metadatato con informazioni tecniche essenziali (come BPM e tonalità) e, crucialmente, con le informazioni relative all’artista originale.

Il secondo elemento è il livello di attribuzione, responsabile della registrazione dell’utilizzo di questi blocchi in tempo reale. A differenza dei metodi di copyright convenzionali che tentano di dedurre il contributo di una fonte dopo che la traccia finale basata sull’IA è stata creata, questo sistema introduce un metodo di “attribuzione intrinseca”. Traccia le relazioni tra le fonti direttamente al momento della creazione da parte dell’IA.

Il terzo e ultimo elemento è l’Agente IA vero e proprio. Si tratta di un sistema multi-agente in cui agenti specializzati collaborano: alcuni analizzano e ricercano musica esistente, mentre altri si occupano della generazione. Applicando la tecnologia di Generazione Aumentata tramite Ricerca (RAG), l’IA non solo crea musica, ma può anche tracciare in modo trasparente il creatore originale durante l’intero processo. Questo significa che l’IA è in grado di “citare” blocchi audio specifici che hanno influenzato la traccia finale, stabilendo un legame chiaro e dimostrabile tra la nuova opera e le fonti di apprendimento.

Jong-pil Lee, CEO di NewTune, ha chiarito la filosofia dietro l’architettura: “La visione di NewTune è quella di trasformare l’intelligenza artificiale da una scatola nera a una piattaforma mediatica equa”. L’obiettivo è etico e commerciale allo stesso tempo, puntando a creare un ecosistema trasparente in cui i profitti derivanti dalla musica generata dall’IA possano essere distribuiti accuratamente e con la massima precisione, in base al contributo effettivo e tracciato dei creatori originali.

La proposta di NewTune, presentata in un forum così influente, rappresenta un tentativo significativo e tecnologicamente avanzato di fornire una soluzione normativa e operativa al complesso problema del copyright nell’era dell’IA generativa. Il fatto che l’azienda abbia reso disponibile il documento online riflette l’importanza che attribuisce a questo dibattito, invitando ricercatori, artisti e stakeholder del settore a consultare attivamente e a contribuire a un quadro che potrebbe definire il futuro dell’economia creativa.

Di Fantasy