Alberto Masotti, storico imprenditore della moda italiana e figura di spicco soprattutto per il suo ruolo come presidente de La Perla, ha deciso di guardare al futuro con un progetto che unisce tradizione sartoriale e innovazione tecnologica. A 89 anni, Masotti ha presentato Am.Ai, una nuova iniziativa imprenditoriale che coniuga moda e intelligenza artificiale per dare nuova vita a un immenso patrimonio creativo custodito dalla Fondazione Fashion Research Italy, l’organizzazione da lui fondata dopo la cessione del celebre marchio di lingerie.
Am.Ai non è semplicemente un marchio, ma una piattaforma digitale che sfrutta l’intelligenza artificiale per rielaborare un archivio unico nel suo genere. L’archivio contiene oltre 30mila disegni originali realizzati da grandi stilisti italiani e internazionali, ognuno portatore di dettagli, trame, colori e intuizioni che raccontano la storia dell’arte tessile italiana. Attraverso questa mole straordinaria di dati visivi e concettuali, Am.Ai applica tecnologie generative per dare forma a nuove proposte estetiche, combinando elementi storici in modi inediti e sorprendenti. Tuttavia, come Masotti stesso ama sottolineare, la tecnologia da sola non sarebbe sufficiente: l’intelligenza artificiale rielabora i dati invisibili che stanno dietro ai disegni, ma ha bisogno della guida e della sensibilità umana per interpretare e valorizzare questi contenuti.
La collezione risultante da questo processo creativo è già in produzione e si compone di foulard in pura seta e stole in lana e seta, realizzati in collaborazione con l’azienda tessile Ostinelli Seta di Como. Questi capi di alta gamma rappresentano una fusione perfetta tra precisione digitale e maestria artigianale, incarnando l’essenza stessa dell’ideale di lusso consapevole che Masotti vuole promuovere. Ogni pezzo della collezione, acquistabile online, porta in sé il segno della storia e della cultura tessile italiane reinterpretate attraverso algoritmi e sguardo umano, creando così un dialogo tra passato e presente che si riflette in una moda che non dimentica le sue radici ma la proietta verso nuove possibilità espressive.
La scelta di usare l’intelligenza artificiale non nasce da un desiderio di sostituire la creatività umana con quella delle macchine, ma dal riconoscimento che queste tecnologie possono esplorare e far emergere connessioni invisibili all’occhio umano quando si confrontano con dataset vasti e ricchi come quello della Fondazione. Masotti parla di “dati invisibili”: le trame, i colori, le intuizioni che costituiscono il tessuto originario dei disegni, elementi che l’IA riesce a combinare e riordinare per suggerire nuove forme e linguaggi visivi. È un processo in cui l’intelligenza artificiale diventa uno strumento, un alleato creativo, ma non un protagonista autonomo. In questa visione, l’umano resta al centro dell’interpretazione, della scelta e del giudizio estetico.
La presentazione di Am.Ai si è svolta in un contesto raffinato, al Grand Hotel Majestic di Bologna, insieme alla pubblicazione del libro La nostra Perla, che racconta la storia dell’azienda che Masotti ha guidato per decenni e che continua a influenzare la cultura della moda italiana. Questo collegamento tra racconto personale e progetto imprenditoriale riflette la dimensione intima e narrativa del lavoro di Masotti: non si tratta soltanto di lanciare un nuovo brand, ma di onorare e proiettare nel futuro un patrimonio di creatività e bellezza.
