L’emergere di assistenti virtuali sempre più personalizzati sta trasformando profondamente il nostro rapporto con la tecnologia: Microsoft, attraverso il suo CEO Mustafa Suleyman, ha delineato una visione in cui l’IA diventa una compagna di vita, capace di adattarsi alle esigenze individuali e di integrarsi nelle attività quotidiane. Tuttavia, questa evoluzione solleva interrogativi significativi riguardo alla privacy, alla manipolazione delle informazioni e alla coesione sociale.
Mustafa Suleyman ha descritto l’IA come una “compagna di vita”, capace di apprendere dalle interazioni quotidiane e di adattarsi alle preferenze individuali. Questa visione si concretizza nel progetto Copilot di Microsoft, che mira a creare assistenti virtuali personalizzati, in grado di ricordare dettagli personali e di assistere gli utenti in vari aspetti della loro vita, come la gestione delle attività quotidiane e la pianificazione di eventi.
L’idea è quella di sviluppare un’IA che non sia solo uno strumento, ma una presenza costante e affidabile, capace di comprendere il contesto e di agire proattivamente per migliorare l’esperienza dell’utente. Questa evoluzione potrebbe portare a un cambiamento radicale nel modo in cui interagiamo con la tecnologia, rendendo l’IA una parte integrante della nostra vita quotidiana.
Tuttavia, la crescente personalizzazione dell’IA solleva preoccupazioni significative. Gary Grossman, membro del consiglio di Edelman, ha sottolineato che l’IA rappresenta il “più grande scarico cognitivo nella storia dell’umanità”, poiché ci permette di delegare non solo compiti semplici, ma anche giudizi complessi e decisioni morali a sistemi automatizzati.
Questa delega potrebbe portare a una disconnessione dall’altro, poiché le IA tendono a rispondere in modo da soddisfare le nostre preferenze e pregiudizi, creando una realtà su misura che potrebbe non riflettere la complessità del mondo reale. Inoltre, la personalizzazione potrebbe essere utilizzata per manipolare le opinioni e le emozioni degli utenti, influenzando le loro decisioni in modi sottili ma potenti.
David Brooks, scrittore e critico americano, ha osservato che la società si sta allontanando dai quadri morali e cognitivi condivisi da secoli. Con l’avvento dell’IA, questa tendenza potrebbe accelerare, poiché le persone iniziano a vivere in “bolle” di informazioni personalizzate, perdendo la capacità di dialogare e di comprendere le prospettive altrui.
Questo fenomeno potrebbe minare la coesione sociale, rendendo più difficile raggiungere un consenso su fatti fondamentali e affrontare sfide comuni. La personalizzazione estrema potrebbe, quindi, non solo isolare gli individui, ma anche indebolire le fondamenta della società stessa.