L’Istituto di Scienza e Tecnologia di Ulsan (UNIST) ha pubblicato uno studio che evidenzia come i chatbot basati sull’intelligenza artificiale (IA) possano contribuire a ridurre l’ansia sociale e la sensazione di solitudine negli individui.

Il team di ricerca, guidato dal professor Jung Doo-young della Graduate School of Medical Science dell’UNIST, in collaborazione con il professor Cho Hyun-chul del Dipartimento di Psichiatria dell’Ospedale Universitario di Corea, ha condotto un esperimento utilizzando il chatbot “Iruda 2.0” sviluppato da Scatter Lab.

Allo studio hanno partecipato 176 volontari, invitati a interagire con il chatbot per almeno tre volte alla settimana, per un periodo di quattro settimane. Al termine dell’esperimento, i ricercatori hanno misurato i livelli di solitudine e ansia sociale dei partecipanti utilizzando questionari standardizzati. Per approfondire ulteriormente, sono state condotte interviste qualitative con un sottogruppo di partecipanti, al fine di valutare l’impatto delle interazioni con il chatbot sul benessere emotivo e sul senso di connessione sociale.

I risultati hanno mostrato una diminuzione media del 15% nei punteggi di solitudine e una riduzione del 18% nell’ansia sociale tra i partecipanti. È emerso che gli utenti che condividevano più informazioni personali con il chatbot o che possedevano una maggiore resilienza emotiva beneficiavano maggiormente dell’interazione. Inoltre, coloro che trovavano difficoltà nelle interazioni faccia a faccia hanno riportato un effetto positivo più marcato nell’utilizzo del chatbot per la gestione delle proprie emozioni.

Kim Myung-sung, dottorando presso la Graduate School of Medical Science dell’UNIST e primo autore dello studio, ha affermato: “Questo studio dimostra che i chatbot sociali possono essere strumenti digitali efficaci per alleviare la solitudine e l’ansia. Il chatbot non è solo un dispositivo tecnologico, ma può fornire supporto emotivo, e i fattori legati alle relazioni interpersonali influenzano significativamente questa efficacia.”

Il professor Jung Doo-young ha aggiunto: “Se utilizzati in modo sicuro, i chatbot possono essere strumenti utili nella prevenzione dei problemi di salute mentale, soprattutto in contesti con carenza di professionisti specializzati.”

Il team di ricerca prevede di continuare gli studi per migliorare l’usabilità dei chatbot e sviluppare servizi più personalizzati. I risultati completi della ricerca sono stati pubblicati online il 14 gennaio sulla rivista internazionale “Journal of Medical Internet Research”. Il progetto è stato finanziato dal Ministero della Scienza e ICT della Corea del Sud, dalla National Research Foundation, dall’Istituto di Pianificazione e Valutazione delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione e dall’Associazione Coreana per la Promozione della Radio.

Di Fantasy