Amazon ha recentemente apportato una modifica significativa al funzionamento dei suoi dispositivi Echo, eliminando la capacità di elaborare i comandi vocali localmente e trasferendo tutte le elaborazioni al cloud. ​

In precedenza, i dispositivi Echo erano in grado di gestire alcuni comandi vocali direttamente sul dispositivo, riducendo la latenza e garantendo una maggiore privacy per gli utenti. Tuttavia, con la nuova politica, ogni interazione vocale viene inviata ai server cloud di Amazon per l’elaborazione.​

Questa decisione ha suscitato preoccupazioni tra gli utenti riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati. L’elaborazione locale delle voci offriva un livello di protezione, poiché le informazioni sensibili rimanevano all’interno del dispositivo. Con il passaggio al cloud, esiste il rischio che i dati vocali possano essere intercettati o utilizzati per scopi non previsti.​

Inoltre, l’affidamento esclusivo al cloud potrebbe influire sulle prestazioni dei dispositivi Echo, specialmente in situazioni di connessione internet instabile o assente. Gli utenti potrebbero sperimentare ritardi nell’elaborazione dei comandi o, in alcuni casi, l’impossibilità di utilizzare le funzionalità vocali.​

Amazon non ha ancora fornito una spiegazione dettagliata sulle ragioni di questa modifica. È possibile che l’azienda stia cercando di migliorare le capacità di apprendimento automatico di Alexa, raccogliendo più dati per addestrare i suoi algoritmi. Tuttavia, questo solleva ulteriori interrogativi sull’utilizzo e la gestione dei dati degli utenti.​

In risposta a queste preoccupazioni, gli esperti di privacy consigliano agli utenti di rivedere le impostazioni dei loro dispositivi Echo e di essere consapevoli delle informazioni condivise con Amazon. È fondamentale che le aziende tecnologiche mantengano un equilibrio tra l’innovazione e la tutela della privacy dei consumatori.

Di Fantasy