Recentemente sono stati pubblicati i risultati di un’analisi sulla “personalità” dei chatbot basati su intelligenza artificiale (IA), e il popolare ChatGPT si è distinto come il più audace, energico e deciso, sebbene con tratti che potrebbero sembrare un po’ aggressivi. L’analisi è stata condotta da un’azienda chiamata Online DISC Profile, che ha utilizzato il modello DISC per valutare i chatbot. Questo modello psicologico, sviluppato da William Moulton Marston negli anni ’20, si distingue dal più comune MBTI e si basa su quattro principali emozioni che guidano il comportamento umano: Dominanza (D), Influenza (I), Stabilità (S) e Coscienziosità (C). A partire da questi, Marston ha diviso la personalità in dodici tipi distinti.
Il modello DISC è stato utilizzato per decenni in ambienti aziendali, inclusi i Fortune 500, agenzie governative e università, ed è ora il primo strumento applicato per valutare la personalità dei chatbot IA. La valutazione ha rivelato che ChatGPT e Copilot di Microsoft appartengono entrambi al tipo DI (Dominance-Influence), il che significa che sono caratterizzati da risolutezza, un forte orientamento ai risultati e un senso di urgenza. Questi chatbot tendono a prendere decisioni rapide e con fiducia, ma talvolta la loro energia può risultare un po’ troppo invadente.
D’altro canto, Gemini e DeepSeek di Google sono stati classificati come tipi più orientati alla “Stabilità” (con una combinazione di S, C e I). Questi modelli si distinguono per la loro capacità di essere stabili, coerenti e molto bravi nell’ascoltare, rendendoli ideali per ruoli di consulenza dove l’evitamento dei conflitti è una priorità. Perplexity, infine, è stato descritto come un mix tra sicurezza e un approccio amichevole e incentrato sulle persone, risultando particolarmente carismatico e affascinante, sebbene con meno attenzione ai dettagli.
Lo studio ha esaminato anche l’uso dei chatbot nei contesti lavorativi, sottolineando come i dipendenti possano sfruttare le diverse personalità dei chatbot per migliorare le interazioni e ridurre i conflitti. Ad esempio, l’azienda Lattice ha già adottato il metodo DISC per addestrare chatbot a rispondere in modo più efficace a domande che tengano conto dello stile comunicativo dei dipendenti. In pratica, i lavoratori possono chiedere ai chatbot come comunicare con un collega che ha uno stile di personalità diverso, come ad esempio un “C” (Coscienziosità) che collabora con un “D” (Dominanza), per ottenere consigli su come dare feedback efficaci.
Un altro aspetto interessante riguarda l’uso selettivo dei chatbot in base al tipo di attività da svolgere. Per esempio, per scrivere un documento persuasivo o una comunicazione che richiede autorevolezza, i chatbot come ChatGPT e Copilot sono ideali grazie al loro approccio sicuro e deciso. In altre parole, ogni tipo di chatbot può essere utilizzato in modo mirato a seconda delle esigenze aziendali.
Sarah Franklin, CEO di Lattice, ha dichiarato che l’obiettivo dell’azienda è creare un sistema in cui l’intelligenza artificiale agisca come un dipendente, con trasparenza, responsabilità e governance. Questo studio sui chatbot non solo fornisce una panoramica interessante sulla loro “personalità”, ma suggerisce anche come le aziende possano integrare l’IA in modo più efficace nelle loro dinamiche quotidiane, migliorando le relazioni lavorative e ottimizzando il lavoro di squadra.