Nel corso della conferenza LangChain Interrupt, tenutasi a maggio 2025, il professor Andrew Ng, noto esperto di intelligenza artificiale e docente alla Stanford University, ha discusso dell’evoluzione della programmazione nell’era dell’AI. Ng ha sottolineato che, sebbene l’introduzione di strumenti di AI per la programmazione possa sembrare un passo verso la semplificazione, la formazione in programmazione rimane essenziale per un utilizzo efficace di tali tecnologie.

Il termine “vibe coding”, coniato da Andrej Karpathy, cofondatore di OpenAI, descrive un approccio alla programmazione in cui gli sviluppatori interagiscono con l’AI utilizzando comandi naturali, lasciando che l’intelligenza artificiale generi il codice. Karpathy ha descritto questo metodo come un modo per “dimenticare che il codice esista”, enfatizzando la facilità con cui è possibile sviluppare applicazioni semplici senza una profonda conoscenza della programmazione.

Tuttavia, Ng ha espresso riserve riguardo a questa terminologia, ritenendo che possa sottovalutare la complessità del processo. Ha affermato che “la codifica Vibe è un’attività molto intellettuale” e che, nonostante l’assistenza dell’AI, il processo rimane mentalmente impegnativo. Ng ha anche evidenziato che, sebbene l’AI possa automatizzare molte attività, la capacità di comunicare in modo preciso con la macchina rimane una competenza fondamentale.

Inoltre, Ng ha condiviso la sua esperienza personale, rivelando che nella startup per cui lavorava, tutti i membri del team, inclusi il direttore finanziario, il consulente legale e perfino la receptionist, avevano competenze di programmazione. Questo approccio, secondo Ng, ha migliorato la comunicazione all’interno dell’azienda e ha portato a significativi aumenti di produttività.

Di Fantasy