La Corte di Cassazione ha recentemente affrontato il dibattito sulla tutelabilità dei contenuti generati dai modelli di intelligenza artificiale (AI) generativa. In particolare, si discute della possibilità che questi contenuti possano essere considerati opere protette dal diritto d’autore.
Molti ritengono che i contenuti prodotti dai modelli di AI non possano essere considerati opere protette perché mancherebbe l’apporto creativo dell’autore umano. Tuttavia, altri sono arrivati a conclusioni opposte.
Il tema della paternità dell’opera è strettamente legato alla possibilità di interpretare l’output generato dall’AI come espressione della creazione intellettuale dell’autore. Al momento, sembra fuori discussione che solo un essere umano possa essere considerato autore di un’opera.
Tuttavia, ciò non significa che i contenuti generati dall’AI cadano necessariamente nel pubblico dominio solo perché frutto dell’elaborazione di un algoritmo. La risposta può essere un’altra nel momento in cui sia identificabile un autonomo e sufficientemente contributo creativo umano nel processo che ha visto il concorso, anche consistente, dell’AI.
La corte di Cassazione è stata chiamata a riformare una sentenza della corte di Appello di Genova che aveva qualificato erroneamente come opera dell’ingegno un’immagine generata da un software e non attribuibile a una idea creativa della sua supposta autrice. La corte di Cassazione ha affermato che sarebbe stato necessario un accertamento di fatto per verificare se e in qual misura l’utilizzo del software avesse assorbito l’elaborazione creativa dell’artista che se ne era avvalsa.
Il tema della “misurazione” dell’apporto creativo umano nel processo generativo di un’opera digitale sarà cruciale tutte le volte che si tratterà di tentare di invocare la tutela autoriale per le opere generate da o con l’aiuto di modelli di intelligenza artificiale.
È probabile che i risultati dei modelli di intelligenza artificiale generativa oggi utilizzati non possano facilmente ambire alla tutela autoriale, se sono il frutto di un processo decisionale automatizzato dell’algoritmo sotteso al modello di AI, con un input minimo da parte dell’utente, che si risolve nelle indicazioni testuali di base. Tuttavia, potrebbe essere invocata la tutela autoriale nel caso in cui l’utente della piattaforma di AI sia in grado di provare che il modello di intelligenza artificiale abbia rappresentato un momento o uno strumento all’interno di un processo creativo più complesso e sofisticato.
Il tema della tutelabilità dei contenuti generati dai modelli di AI diventa sempre più rilevante in considerazione del massiccio ricorso delle aziende a modelli di AI generativa per creare contenuti e prodotti ad hoc. La velocità e facilità con cui questi strumenti possono creare nuovi contenuti rendono questi modelli molto attraenti per le aziende, ma al tempo stesso sollevano importanti questioni legali.
Al momento, il legislatore italiano e quello comunitario escludono che la macchina, ovvero il modello di AI generativa, possa essere qualificato come autore dell’opera. Tuttavia, questo non significa che i contenuti generati dall’AI non possano essere tutelati dal diritto d’autore. Sarà necessario un approccio caso per caso e un’attenta valutazione del contributo creativo umano nel processo generativo di un’opera digitale.
La questione della tutelabilità dei contenuti generati dai modelli di AI generativa è diventata ancora più rilevante con il lancio di ChatGPT di OpenAI, una piattaforma in grado di generare istantaneamente risposte, storie, romanzi, codici informatici e modelli contrattuali. Inoltre, piattaforme come Midjourney e Dall-E 2 sono in grado di generare immagini di quasi qualsiasi cosa, anche la più fantasiosa, con lo stile richiesto dall’utente, il tutto in tempi brevissimi.
Tuttavia, la velocità e la facilità con cui questi strumenti possono creare nuovi contenuti sollevano importanti questioni legali sulla tutela dei diritti d’autore. La domanda più frequente è quella relativa alla tutelabilità dei contenuti generati dai modelli di AI e alla possibilità di attribuirne la paternità all’uomo o alla macchina.
Il dibattito sulla tutelabilità dei contenuti generati dai modelli di AI generativa ha raggiunto l’apice dopo il lancio di ChatGPT di OpenAI, proclamato da alcuni il più importante sviluppo tecnologico dopo l’invenzione della stampa o di Internet. La piattaforma ChatGPT è in grado di generare istantaneamente risposte, storie, romanzi, codici informatici e modelli contrattuali, il che solleva importanti questioni sulla tutelabilità dei contenuti generati.
Inoltre, piattaforme come Midjourney e Dall-E 2 sono in grado di generare immagini di quasi qualsiasi cosa, anche la più fantasiosa, con lo stile richiesto dall’utente, il tutto in tempi brevissimi. Tuttavia, la velocità e la facilità con cui questi strumenti possono creare nuovi contenuti sollevano importanti questioni legali sulla tutela dei diritti d’autore.
Al momento, il legislatore italiano e quello comunitario escludono che la macchina, ovvero il modello di AI generativa, possa essere qualificato come autore dell’opera. Tuttavia, sarà necessario un approccio caso per caso e un’attenta valutazione del contributo creativo umano nel processo generativo di un’opera digitale per determinare se i contenuti generati dai modelli di AI siano tutelabili dal diritto d’autore..