Nel caotico universo digitale, dove i contenuti dei publisher spesso vengono inghiottiti da algoritmi impassibili e modelli di business dominati da poche grandi piattaforme, emerge una nota di inedita speranza. È quella di Perplexity, startup dell’intelligenza artificiale che, attraverso il suo browser AI denominato Comet, avvia un programma pensato per restituire valore — reale — a chi crea contenuti di qualità.

Perplexity ha annunciato che estenderà il suo programma di revenue-sharing agli editori ogni volta che i loro articoli appaiono nei risultati di ricerca del browser Comet o vengono utilizzati dall’assistente AI per rispondere alle richieste degli utenti. Una dinamica che, fino a poco tempo fa, sembrava quasi utopistica nel mondo digitale: l’obiettivo è mettere in pratica qualcosa di concreto, dove i contenuti generati da editori non vengono solo sfruttati, ma riconosciuti e retribuiti.

Per farlo, Perplexity ha stanziato un fondo da circa 42,5 milioni di dollari (circa 590 miliardi di won), destinato alla distribuzione tra i partner editoriali. La fonte di questo bacino è il modello di abbonamento a Comet Plus, che costa circa 5 USD al mese. Ma la vera innovazione sta nella distribuzione dei ricavi: 80% va agli editori, 20% resta a Perplexity. Un patto trasparente che parla di equità e alternativa al clickbait frustrante.

Jessica Chan, responsabile delle partnership con i publisher, non ha esitato a prendere posizione: i modelli convenzionali basati sul traffico e sui click, dice, «sono obsoleti». È tempo, secondo lei, di un modo nuovo di valorizzare la qualità, dove ogni creazione editoriale contribuisce non solo all’informazione, ma anche al proprio sostentamento.

Il programma di revenue sharing non nasce dal nulla: in passato, Perplexity aveva già messo in piedi progetti simili con media importanti come Time, Los Angeles Times e Fortune. Per questa nuova fase con Comet, però, l’azienda ha deciso di ampliare l’architettura, permettendo a più publisher (la lista rimane riservata) di ottenere parte del flusso economico generato dall’uso del loro contenuto.

Di Fantasy