Nella corsa all’intelligenza artificiale sempre più “umana”, Google fa un passo avanti—ma con cautela. Il suo assistente AI, Gemini, si arricchisce di nuove funzionalità che riflettono una tensione tra personalizzazione intelligente e rispetto della privacy dell’utente. Il risultato è un equilibrio sottile, che lo avvicina a rivali come ChatGPT e Claude, senza abbandonare la prudenza che contraddistingue l’approccio di Big Tech alla raccolta dei dati.
La novità principale ruota attorno a un concetto semplice ma potente: “Personal Context”. A partire dal modello Gemini 2.5 Pro, attivo in alcuni paesi, l’assistente è in grado di richiamare automaticamente dettagli dalle conversazioni passate — preferenze, interessi, argomenti già affrontati — per offrire risposte più contestualizzate. In pratica, non dovrai più ripetere chi sei, cosa ti piace, su cosa hai già chiesto: ci penserà lui a ricordarselo. Questa memoria attiva è attivata di default, ma puoi disattivarla in ogni momento dalle impostazioni dell’applicazione.
Ma Google non offre solo memoria: propone anche l’opzione diametralmente opposta, voluta per rispettare la privacy. Si chiama “Temporary Chats”, e permette conversazioni usa e getta: non vengono salvate nella cronologia, non influenzano la personalizzazione futura e non vengono usate per addestrare i modelli AI. Rimangono disponibili solo per 72 ore, per gestire risposte e feedback, poi spariscono, come conversazioni effimere.
Questo doppio binario — memoria attiva vs “dimenticanza programmata” — è sostenuto da nuove impostazioni: il vecchio “Gemini Apps Activity” diventa “Keep Activity”. Se attivato, un campione dei tuoi file o foto può essere usato per migliorare i servizi Google; se preferisci non partecipare, puoi disattivarlo, o affidarti alle chat temporanee.
In sostanza, Google si trova in una posizione intermedia rispetto ai concorrenti. ChatGPT ha già introdotto funzionalità simili (memoria incrociata e Temporary Chats) sin dal 2024, mentre Anthropic ha reso Claude in grado di richiamare tutte le conversazioni passate, non solo le selezionate dall’utente. Google, invece, avanza con prudenza: offre memoria automatica, ma, al contrario dei competitor, non consente ancora agli utenti di modificare o cancellare le preferenze memorizzate. È un approccio più lento, più controllato, in cui l’autonomia dell’utente resta in parte sacrificata sull’altare della semplicità d’uso.
Chiusa la fase sperimentale? Non proprio: al momento, queste novità sono disponibili solo su Gemini 2.5 Pro in alcuni paesi. Il rollout verso Gemini 2.5 Flash e l’estensione ad altre regioni avverrà nei prossimi giorni. Una scelta calibrata, che riflette — ancora una volta — la filosofia di Google: avanzare, ma senza fretta.