La scorsa settimana, Google Bard, il prodotto di intelligenza artificiale conversazionale del gigante delle ricerche, ha subito un significativo aggiornamento che ha suscitato opinioni contrastanti. Tuttavia, questa settimana, un’altra caratteristica di Bard è stata al centro dell’attenzione: il consulente SEO Gagan Ghotra ha scoperto che la Ricerca Google aveva iniziato a indicizzare i collegamenti conversazionali condivisi tramite Bard nelle sue pagine dei risultati di ricerca. Questo solleva preoccupazioni sulla privacy, in quanto potrebbe esporre informazioni che dovevano rimanere private.

In pratica, ciò significa che se un utente ha utilizzato Bard per avere una conversazione (inclusa una conversazione su argomenti sensibili o relativi alle proprie email private) e ha successivamente condiviso il collegamento con terze parti, come il coniuge, un amico o un partner commerciale, quella conversazione potrebbe finire per essere indicizzata dai crawler di Google e diventare pubblica nei risultati di ricerca a livello globale.

Gagan Ghotra ha condiviso uno screenshot su X (ex Twitter) che mostrava prove di diverse conversazioni di Bard indicizzate da Ricerca Google.

Peter J. Liu, uno scienziato ricercatore di Google Brain, ha risposto a Ghotra su X, sottolineando che l’indicizzazione di Ricerca Google avviene solo per le conversazioni su cui gli utenti hanno scelto di fare clic sul collegamento di condivisione, non per tutte le conversazioni di Bard. Ghotra ha risposto spiegando: “La maggior parte degli utenti potrebbe non essere a conoscenza del fatto che una conversazione condivisa sarebbe stata indicizzata da Google e, di conseguenza, visualizzata nei risultati di ricerca. La maggior parte delle persone, me compreso, vedeva questa funzionalità come un modo per condividere conversazioni con amici o colleghi, limitando la visibilità solo a coloro che avevano l’URL della conversazione.”

In risposta, l’account Search Liaison di Google su X, noto per fornire “approfondimenti su come funziona la Ricerca Google”, ha dichiarato che “Bard consente alle persone di condividere chat, se lo desiderano. Inoltre, non intendiamo che queste chat condivise vengano indicizzate da Ricerca Google. Stiamo lavorando per impedire che vengano indicizzate ora.”

Sebbene Google abbia affermato di lavorare a una soluzione, questo errore solleva preoccupazioni sulla privacy e potrebbe avere un impatto negativo sulle ambizioni di Bard e sull’aspirazione di Google a dominare il campo dell’intelligenza artificiale consumer, soprattutto in un contesto di concorrenza con altri chatbot IA, come il popolare ChatGPT di OpenAI. La speranza è che la nuova intelligenza artificiale di Google, Gemini, possa offrire un’esperienza migliore e più riservata.

Di Fantasy