A pochi mesi dal lancio delle istanze C4A, alimentate dal suo primo processore basato su architettura Arm, Axion, Google Cloud ha annunciato un significativo potenziamento introducendo le C4A dotate di Titanium SSDs, dischi locali progettati su misura per migliorare le prestazioni di storage e calcolo.
Questa evoluzione mira a soddisfare le esigenze di carichi di lavoro che richiedono l’elaborazione di dati in tempo reale, offrendo una combinazione di bassa latenza, elevata velocità di trasferimento e costi contenuti. Le nuove istanze sono particolarmente adatte per applicazioni come database ad alte prestazioni, motori di analisi e sistemi di ricerca avanzati.
Le istanze C4A con Titanium SSDs sono ora disponibili su diverse piattaforme, tra cui Compute Engine, Google Kubernetes Engine (GKE), Batch e Dataproc. Inoltre, le istanze standard C4A sono in fase di anteprima su Dataflow, con piani per estendere il supporto a servizi come Cloud SQL e AlloyDB nel prossimo futuro.
Tradizionalmente, le istanze C4A di Google Cloud offrivano tre opzioni di storage: Persistent Disk, Hyperdisk e Local SSD. Mentre Persistent Disk rappresenta il servizio di storage a blocchi standard con prestazioni condivise tra volumi dello stesso tipo, Hyperdisk fornisce prestazioni dedicate, supportando fino a 350.000 operazioni di input/output al secondo (IOPS) e una velocità di trasferimento di 5 GB/s per volume, superando significativamente le prestazioni di Persistent Disk.
Tuttavia, per alcuni carichi di lavoro che richiedono una capacità di storage locale ancora maggiore, anche Hyperdisk può risultare insufficiente. In questi casi, entrano in gioco le Local SSDs, con i Titanium SSDs che rappresentano l’ultima innovazione in questa categoria. Le nuove istanze C4A equipaggiate con Titanium SSDs offrono fino a 2,4 milioni di operazioni di lettura casuale al secondo, una velocità di trasferimento in lettura di 10,4 GiB/s e una latenza di accesso ridotta del 35% rispetto alle precedenti generazioni di SSDs.
I Titanium SSDs sono direttamente collegati alle istanze di calcolo all’interno del server host, delegando le operazioni di storage e networking dal processore principale. Questo approccio libera risorse del CPU, migliorando la sicurezza delle applicazioni e le prestazioni complessive. Questa innovazione è resa possibile dal sistema Titanium di Google, che trasferisce i compiti dal processore host a un sistema composto da silicio personalizzato, hardware e software specifici, distribuiti nei data center dell’azienda e connessi al processore principale tramite un Titanium Offload Processor.