Immagine AI

Immagina di digitare una domanda in un assistente AI e, nel farlo, consumare meno energia di quanta ne serve per guardare un video televisivo di breve durata. Questa è l’immagine potente che Google ha dipinto recentemente, presentando i dati sulla efficienza ambientale del suo modello Gemini.

Secondo il report di Google, una singola richiesta testuale a Gemini consuma circa 0,24 watt-ora (Wh), una quantità di energia paragonabile a meno di nove secondi di televisione. A questo si aggiungono altri due indicatori sorprendenti:

  • Un consumo d’acqua pari a 0,26 ml, cioè durate grosse modo cinque piccole gocce.
  • Emissioni di 0,03 grammi di CO₂ equivalente (CO₂e) per prompt.

Inoltre, Google sostiene di aver migliorato drasticamente l’efficienza del suo modello: in un anno, il consumo energetico medio per prompt si è ridotto di 33 volte, e le emissioni di carbonio addirittura di 44 volte — risultati ottenuti a fronte di risposte di migliore qualità.

Tuttavia, questi numeri positivi non sono stati accolti senza riserve. Ricercatori come Shaolei Ren e Alex de Vries‑Gao osservano che l’analisi di Google non considera alcuni elementi critici:

  • L’acqua usata indirettamente, soprattutto quella legata alla produzione dell’elettricità (come il raffreddamento delle centrali), non è conteggiata — anche se è significativa. Come sottolineano, ciò rappresenta solo la punta dell’iceberg.
  • Il calcolo delle emissioni si basa su metriche “market-based”, legate a crediti per energia rinnovabile. Ma le emissioni reali, legate all’utilizzo sul territorio (le cosiddette “location-based”), potrebbero essere ben più elevate.
  • Infine, il contesto di riferimento di Google si basa sul prompt medio. Se non si conosce esattamente la lunghezza o complessità dei prompt, i numeri possono risultare poco rappresentativi.

Il risparmio a livello individuale appare davvero basso. In chiave quotidiana, consumare meno di un Wh e poche gocce d’acqua per interazione sembra quasi impercettibile. Ma quando Gemini conta centinaia di milioni di utenti attivi al mese, con decine di interazioni ognuno, l’impatto globale torna a crescere significativamente.

L’analisi di Axios e Fortune India aggiunge che la metodologia adottata da Google è una delle più dettagliate finora condivise dall’industria, ma esclude scenari complessi come generazione di immagini o video, che aumentano sensibilmente il consumo.

Di Fantasy