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Intel ha annunciato la sua nuova GPU per inferenza AI da data center, battezzata Crescent Island, con lancio previsto nella seconda metà del prossimo anno. Non è un annuncio generico: è un segnale del tentativo di ritorno di Intel in un mercato dove – per un certo tempo – sembrava aver perso terreno.

Una delle caratteristiche più salienti è la memoria: Crescent Island integrerà 160 GB di LPDDR5X on-board memory. Questo dato è già significativo, perché indica che Intel punta a offrire una densità di memoria elevata direttamente sulla scheda, riducendo la necessità di tecnologie esterne più costose o complesse da integrare.

Il design sembra orientato verso un compromesso: non usare HBM (High Bandwidth Memory) come molte GPU AI oggi, ma sfruttare una memoria più “leggera” nei costi e più efficiente in consumo, pur mantenendo prestazioni adeguate per carichi di inferenza.

A livello architetturale, Crescent Island sarà basata su un’evoluzione dell’architettura Xe3P, una derivazione potenziata della serie Xe3 che Intel ha usato per processori come Panther Lake. L’obiettivo è supportare vari tipi di operazioni di inferenza con efficienza, e coordinare memoria, larghezza di banda e consumi in modo equilibrato.

Intel non nasconde la sfida: vuole costruire una GPU che non solo possa competere in prestazioni, ma che faccia leva su efficienza energetica, costi più contenuti e un’adozione più accessibile per server “tradizionali”. Nel comunicato ufficiale, l’azienda afferma che l’architettura è pensata per ambienti con raffreddamento ad aria (non solo a liquido) e server enterprise con vincoli di potenza e spazio.

Dietro l’annuncio c’è anche un elemento di contesto più ampio. Intel sta ristrutturando la propria strategia verso l’IA: dopo aver rallentato o sospeso progetti come Gaudi o Falcon Shores, ora l’azienda sembra voler rientrare con forza con soluzioni hardware proprie per inferenza, invece di affidarsi solo a partner esterni. Inoltre, la relazione con i concorrenti è complessa: recentemente, NVIDIA ha acquisito una partecipazione in Intel pari al 4%, per circa 5 miliardi di dollari, in un’operazione che suggerisce anche sinergie nei piani futuri.

Crescent Island rappresenta un ritorno ambizioso di Intel nel campo delle GPU AI per data center. Se l’azienda riuscirà a trasformare questa idea in un prodotto competitivo, con prestazioni, efficienza e supporto software all’altezza, il mercato potrà aprirsi a una nuova fase di maggiore pluralismo e innovazione. Ma il cammino è lungo, e ogni passo dovrà essere ben misurato.

Di Fantasy