L’intelligenza artificiale ha il potenziale per rivoluzionare la nostra interazione con i dispositivi, soprattutto per le persone con condizioni di salute e menomazioni fisiche. Che si tratti di modelli di sintesi vocale negli screen reader per le persone con disabilità visive o di modifiche intelligenti all’accessibilità per chi ha problemi di mobilità, garantire l’accessibilità a tutti è un aspetto fondamentale nello sviluppo del software e nell’innovazione dell’IA.

Per aumentare la consapevolezza su questo tema, nel 2012 gli imprenditori Joe Devon e Dennison Asuncion hanno lanciato la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Accessibilità (GAAD). Ieri si è celebrato l’undicesimo anniversario di questa giornata, e sia Google che Apple hanno annunciato nuove funzionalità basate sull’IA per migliorare l’accessibilità dei loro dispositivi. Tra le molte battaglie in cui i giganti della tecnologia potrebbero impegnarsi, questa sicuramente rappresenta una causa importante.

In occasione di GAAD, Google ha pubblicato un post sul proprio blog in cui ha presentato una serie di miglioramenti apportati alla propria gamma di prodotti. In primo luogo, è stato menzionato Google Lookout, un’applicazione lanciata nel 2019 per aiutare le persone ipovedenti a interagire con il mondo utilizzando algoritmi di riconoscimento delle immagini. Ora, questa app è stata aggiornata con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per generare descrizioni alternative alle immagini su Internet che non ne dispongono.

Inoltre, la funzione Live Caption di Android, basata sull’IA, è stata potenziata e implementata su numerosi telefoni durante l’estate. Gli utenti con problemi di linguaggio possono ora utilizzare Live Caption per digitare le risposte durante le chiamate, mentre il testo viene letto ad alta voce all’interlocutore.

Da parte sua, Apple ha introdotto una delle più rivoluzionarie innovazioni nel campo dell’accessibilità. Per coloro che sono stati diagnosticati con SLA (sclerosi laterale amiotrofica) o altre condizioni che influiscono sulla capacità di parlare, Apple ha sviluppato una funzione chiamata Personal Voice. Questa funzionalità addestra un modello di intelligenza artificiale a riprodurre esattamente la voce dell’utente, leggendo ad alta voce 15 minuti di messaggi di testo randomizzati.

Per garantire la sicurezza e la privacy, tutto il processo di apprendimento automatico viene eseguito direttamente sul dispositivo. Personal Voice è integrato con Live Speech, un’altra funzionalità di accessibilità che consente di convertire il testo in audio durante le chiamate telefoniche e FaceTime.

Apple ha anche introdotto una nuova funzionalità per le persone non vedenti. Attraverso l’aggiunta della modalità di rilevamento nell’app Magnifier di iPhone, è stata creata una funzione chiamata Point and Speak. Questo strumento utilizza algoritmi di riconoscimento delle immagini per analizzare i dati provenienti dalla fotocamera del dispositivo e annunciare immagini e testo agli utenti.

Sebbene queste funzionalità riducano la barriera all’accesso per le persone con disabilità, è importante adottare un approccio ponderato all’integrazione dell’IA in questo campo, per evitare potenziali problemi di sicurezza in futuro.

Tra tutte queste novità, la funzione Personal Voice di Apple rappresenta un cambiamento di vita per coloro che desiderano comunicare con il mondo utilizzando la propria voce. Tuttavia, bisogna considerare anche il lato negativo: se una persona malintenzionata convincesse un utente a seguire il processo dei 15 minuti richiesti per addestrare la voce personale, potrebbe utilizzare l’output come strumento per condurre attacchi di ingegneria sociale.

La questione della privacy dei dati emerge anche in contesti come questi, in cui l’accessibilità si basa sull’elaborazione dei dati da parte dell’IA. Se i dati di accessibilità vengono elaborati nel cloud anziché sul dispositivo, ciò potrebbe comportare una maggiore esposizione dei dati personali degli utenti, obbligandoli a fare una scelta tra accessibilità e privacy.

Un altro problema che affligge i servizi di accessibilità è il pregiudizio dell’IA. A causa della mancanza di dati riguardanti le persone con disabilità, gli algoritmi di intelligenza artificiale potrebbero essere poco adatti o non considerare adeguatamente questo gruppo demografico. Nonostante i progressi rappresentati da questi modelli di accessibilità basati sull’IA, dobbiamo compiere ulteriori passi avanti per garantire un’IA sicura e responsabile nell’ambito dell’accessibilità.

Di Fantasy